Conflittualità ed adulterio

Conflittualità ed adulterio

 

Così come vi sono delle forze centripete che tendono ad unire e rendere più coesa la coppia, vi sono delle forze centrifughe che tendono ad allontanare uomo e donna dal percorso amoroso che avevano intrapreso.

La maggiore conflittualità presente oggi nelle coppie del mondo occidentale, sia prima sia dopo il matrimonio, è facilmente avvertibile in molte occasioni.

Basta aprire il giornale o accendere la TV per ascoltare con raccapriccio che cosa può succedere quando l’amore si trasforma in odio, quando tenere parole diventano insulti, quanto affettuose carezze si trasformano in pugni, schiaffi o peggio. Le pagine dei quotidiani grondano di storie truci e macabre fatte di violenze nell’ambito familiare.[1] Questi tragici eventi sono diventati il pane quotidiano al quale attingono numerose e molto seguite trasmissioni televisive, nonché film di successo. I mass media utilizzano la tensione presente in questi avvenimenti per alimentare o migliorare gli incassi.

Le aggressioni verbali e/o fisiche, le violenze sessuali, le uccisioni tra uomini e donne, tra mariti e mogli, o tra ex mariti, mogli, amanti o conviventi sono sempre più frequenti.

Si dirà che oggi i mass media pur di cercare il massimo di audience fanno da grancassa a tutte le notizie più turpi e violente che sono sempre state presenti in ogni epoca e in ogni tempo. Purtroppo le statistiche dimostrano il contrario: le aggressioni non sono solo più esposte al lubrico piacere del pubblico, ma sono realmente in continuo, costante aumento.

D’altra parte basta, a volte, trovarsi tra amici con l’intento di trascorrere una piacevole serata per essere costretti a vivere, subire e spesso anche a partecipare, volenti o nolenti, a tutta una serie di punzecchiature tra mariti e mogli, tra conviventi o tra fidanzati. Punzecchiature tra persone, insomma, che dovrebbero vivere un rapporto d’amore e che invece manifestano apertamente e reciprocamente aggressività e livore.

In queste occasioni lo scopo che si avverte è chiaro ed evidente: per fare più male all’altro lo si punzecchia davanti a tutti. In alcuni casi è palese la speranza di avere dagli altri man forte contro il partner: “Hai visto come mi tratta? Hai visto come la pensa mio marito?”

In questi casi è difficile se non impossibile intervenire, sia perché “tra moglie e marito è meglio non mettere il dito”, sia perché l’intervento, anche se esplicitamente richiesto, non contribuisce spesso a portare alcuna serenità nella coppia. Non si sa bene, infatti, cosa dire e come dirlo, senza offendere l’uno o l’altro o senza inimicarsi l’uno o l’altro. Si preferisce tacere o fare qualche battuta di spirito, per evitare d’impegnarsi o compromettersi con i propri pareri e giudizi.

L’aumento dell’aggressività di genere è documentato da molte altre fonti: aumentano le separazioni, i divorzi e le azioni legali tra uomini e donne. I processi per violenza, abusi e ferimenti intasano le aule dei tribunali e i computer delle associazioni che proteggono le donne.

Un altro indice è dato dall’aumentata sfiducia nei confronti dell’altro sesso, espressa sia verbalmente sia nei comportamenti: “Gli uomini sono tutti uguali”. “Se ne hai conosciuto uno li hai conosciuti tutti”. “Tutte le donne sono…” Tutti gli uomini sono…” e giù una serie di commenti spesso irripetibili”.

Diminuiscono nel contempo i comportamenti cortesi e cavallereschi. Chi si alza più per cedere il posto ad una donna sull’autobus? Quale ragazzo è pronto e felice di portare oltre al suo anche lo zaino dei libri della sua amica o compagna di scuola? Quale ragazza è disposta a non uscire il sabato sera con gli amici per tenere compagnia al ragazzo ricoverato in ospedale o ammalato?

Chi è quel ragazzo che in trattoria è disposto a pagare il conto anche per la sua amichetta?

La disponibilità al sacrificio, pur di essere vicini e aver cura del partner, è considerata retaggio di lontani periodi storici quando uomini e donne, erano schiavi di questi comportamenti ed atteggiamenti altruistici e cavallereschi. Sono diminuite anche le esplicite e nette dichiarazioni d’amore. Non più le impegnative frasi come: “Ti amo”. “Vorrei sposarti”. “Vorrei stare con te tutta la vita”. Tali espressioni sono state sostituite da altre di tenore molto diverso, come: “Mi piaci”. “Sto bene con te”. “Mi ecciti”. “Mi sei simpatica”. “Non sei male!”.

Le proposte fatte all’altro sono, inoltre, estremamente limitate nel tempo, nello spazio e nel contenuto. “Se ti va possiamo andare a cena fuori e poi a casa mia o a casa tua”. “Se vuoi possiamo trascorrere un fine settimana nella mia casa al mare con i nostri amici”. E’ già tanto se la proposta si spinge fino a proporre di trascorrere una settimana di vacanze insieme.

 

La maggiore conflittualità nella coppia oggi nel mondo occidentale ha varie cause:

1.      La maggiore frequenza dell’adulterio.

2.      Il maggior desiderio di predominio di un sesso sull’altro.

3.      Le differenze eccessive nei rapporti di coppia.

4.      Il diverso approccio alle situazioni e ai problemi dovute alle differenze di genere.

5.      La maggiore presenza di problematiche psicologiche.

6.      La presenza di più numerose illusioni e di maggiori aspettative.

7.      Il nuovo clima culturale e sociale.

6.1 La maggiore frequenza dell’adulterio.

Le cause tradizionali dell’infedeltà le conosciamo bene.

  • ·        La difficoltà nel dialogo e nella comprensione reciproca. E quindi un dialogo che si interrompe, che non cresce, che non dà gli apporti sperati fatti di intesa, conoscenza reciproca, intimità, benessere interiore.
  • ·        L’impoverimento o la stanchezza della vita a due. Una vita di coppia che impoverendosi si sclerotizza, non solo non dà più frutti positivi ad entrambi ma diventa causa continua di sofferenza e tristezza.
  • ·        L’inserimento nella vita della coppia di atteggiamenti malevoli e distruttivi. Atteggiamenti fatti di gelosie morbose, aggressività e ripicche reciproche, rendono la casa luogo di scontro e non d’incontro; la vita a due non una modalità per aiutarsi a vicenda ma per farsi del male a vicenda con continui assalti nei confronti dell’altro, senza esclusioni di colpi, mentre anche i figli diventano strumento per togliere qualcosa all’altro, per mortificare e aggredire l’altro.
  • ·        Le eccessive limitazioni della propria libertà e autonomia personale.
  • ·        Il bisogno nevrotico di dimostrare a sé stessi, prima che agli altri le proprie capacità di fascino, di seduzione o di virilità.
  • ·        La ricerca continua d’una persona perfetta che possa soddisfare pienamente tutti i nostri bisogni: sociali, economici, sessuali, sentimentali. In questa ricerca, poiché ogni giorno frequentiamo molte persone diverse, spesso vorremmo unire il corpo di uno, l’intelligenza dell’altro, l’amabilità e l’interesse sessuale di un altro ancora.
  • ·        Il bisogno di vivere, anche da adulti, in uno stato di perenne innamoramento adolescenziale. Questo bisogno nevrotico si traduce nella continua ricerca di nuovi stimoli sessuali ed amorosi.

A queste cause tradizionali, nelle moderne società occidentali se ne sono aggiunte molte altre.

  • ·        Intanto un’educazione e formazione umana poco attenta ai bisogni e alle necessità più profonde del bambino con un consequenziale aumento di giovani che si affacciano alla vita adulta portatori d’una personalità disturbata che li rende immaturi e preda dei facili e immediati bisogni infantili o adolescenziali, ma anche con un bagaglio formativo scarso o privo di valori fondamentali come l’onore, la lealtà, la responsabilità, la correttezza, l’impegno verso l’altro e verso la società.
  • ·        I messaggi inviati ogni giorno dal consumismo imperante che stimolano a sostituire e cambiare tutto ciò che non risponde ai nostri desideri del momento. Pertanto, “se quella donna o quell’uomo non mi dà quello che mi aspetto da lei/lui, è giusto cercare un’altra donna o un altro uomo che mi dia quanto da me desiderato in questo momento”.
  • ·        La presenza d’uno psicologismo spicciolo diffuso nei giornali patinati, che lega il malessere individuale alle persone con le quali allo stato attuale ci rapportiamo. Queste superficiali e fondamentalmente errate teorie psicologiche indicano come cura dello stress, dell’ansia, della depressione, dei disturbi psicosomatici, non un attento esame e cura fisica o psicologica della persona, ma la necessità d’un cambiamento nel proprio stile di vita e soprattutto delle persone più vicine, in modo tale da prendere al di fuori della coppia o della famiglia quanto serve per stare meglio. “Se ad una certa età ho timore della vecchiaia e della morte, sarà sicuramente un toccasana un rapporto amoroso con una giovane/ un giovane che darà nuova linfa, gioia e luce alle mie giornate”. “Se soffro di disturbi digestivi è perché somatizzo nell’addome la mia insoddisfazione sessuale o coniugale”. “Se sono triste, non devo fare altro che scegliermi un nuovo compagno o una nuova relazione che porti allegria, buon umore e gioia nella mia vita”. Per Salonia “Sembra che il tradimento nella coppia sia passato da possibilità a necessità”.[2]
  • ·        Una società fondata sui sentimenti e sulle emozioni insegna poi a gettare via ogni rapporto stanco, deludente, privo di quella passione e di quel mordente che possedeva nel periodo dell’innamoramento.
  • ·        Sempre più spesso oggi, uomini ma anche donne d’una certa età, lasciano la moglie o il marito per risposarsi o convivere con una giovinetta. In questi comportamenti vi è l’intento di verificare le proprie capacità di seduzione ma anche il bisogno di risvegliare, nell’incontro con un corpo giovane, la sessualità sopita. Spesso però queste persone passano dall’esaltazione alla depressione, nel momento in cui l’entusiasmo, ancora una volta, si sgonfia e la novità perde di mordente.[3]
  • ·        Giacché, nelle società occidentali, le norme morali hanno perduto la capacità di indirizzare i comportamenti privati, la bontà di un’azione viene giudicata da quello che io mi aspetto di ottenere da quell’azione nel breve o medio periodo e non dal fatto che quell’azione sia giusta per me o per gli altri o sia conforme ai dettati della coscienza.
  • ·        Il facile tradimento è dovuto anche alla frattura di quel gioco delle parti legato ai ruoli sessuali. Non più gli uomini che “ci provano” con le donne, le quali, invece, con corretto criterio e sano discernimento selezionano e giudicano e per lo più negano di lasciarsi trasportare da avventure inconcludenti o negative, ma “tutti insieme appassionatamente”, uomini e donne alla ricerca di “storie” che siano apportatrici anche se per pochi giorni o poche ore, di emozione e di piacere. Il tutto senza neanche riflettere se si fa del male, a chi si fa del male, e quali saranno le conseguenze personali, familiari e sociali di tutti questi rapporti “mordi e fuggi”.
  • ·        Vi è poi la gestione della coppia e della famiglia notevolmente più aperta che in passato. Spesso i due partner, per motivi di lavoro o di studio, si ritrovano, per lunghi periodi soli, in ambienti diversi e in città diverse, a relazionarsi con persone diverse. E questo non può che favorire il tradimento consolatorio od occasionale che però può trasformarsi, nel tempo, in frattura insanabile della coppia.
  • ·        Manca, inoltre, nella nostra società un attento controllo delle comunicazioni verbali e non verbali nei confronti dell’altro sesso. Spesso si sprecano, in un clima di piena libertà e amicizia, nel rapporto tra uomini e donne, sorrisi, atteggiamenti e ammiccamenti che trasmettono segnali ambigui, i quali possono essere interpretati dall’altro come segnali di disponibilità affettiva, amorosa o sessuale. Allo stesso modo è accettato, perché così fan tutti, il portare degli indumenti i quali, più che coprire scoprono, più che nascondere mettono in evidenza parti del corpo capaci di intensa stimolazione sessuale, senza preoccuparsi minimamente di proteggere il pudore ma anche senza preoccuparsi dei messaggi che questo tipo di indumenti comunica all’altro sesso.
  • ·        Se poi a tutto questo aggiungiamo il notevole aumento della frequenza tra i due sessi in tutti gli ambiti ed in tutti i luoghi, non è difficile scoprire i motivi che hanno portato ad un aumento vertiginoso del tradimento tra i coniugi come tra i fidanzati.

6.1.1 LA PREVENZIONE DELL’ADULTERIO

Da quanto abbiamo detto non è difficile evidenziare gli elementi e gli atteggiamenti che possono prevenire l’adulterio.

1.      Intanto è fondamentale assicurare all’altro la fedeltà a tutti gli impegni assunti con il matrimonio. Impegni che possiamo così riassumere:

  • ·        Impegno all’aiuto e alla protezione.
  • ·        Impegno ad un dialogo intimo e profondo.
  • ·        Impegno ad uno scambio affettivo e sessuale ricco e intenso.
  • ·        Impegno al rispetto dell’altro. Rispetto dei suoi bisogni, della sua individualità, del suo ruolo.
  • ·        Impegno alle cure. Cure indirizzate al suo conforto, alla sua sicurezza, al sostegno fisico e psicologico, ma anche impegno alle cure familiari come padre e madre, come nuora e genero verso i genitori e familiari dell’altro.
  • ·        Impegno alla procreazione e all’educazione dei figli.

2.      La prudenza, il dovere e la responsabilità dovrebbero anche spingere gli Stati, le società e le religioni a dare un grande valore alla fedeltà, scoraggiando al massimo l’adulterio mediante opportune norme. Quando ciò non avviene, perché la pietà, la comprensione, l’accettazione e l’indifferenza sono spinte al massimo grado o quando l’attenzione per la persona che tradisce o che induce al tradimento è quasi nulla, allora è difficile aspettarsi da uomini e donne dei comportamenti irreprensibili e coerenti con le promesse fatte ma anche con i sentimenti d’amore.

3.      E’ necessario evitare ogni eccessiva sfiducia nelle capacità dell’altro di resistere alle tentazioni e quindi è importante evitare una gelosia eccessiva e immotivata. E’ però necessario evitare anche una eccessiva fiducia per cui “l’altro, se mi ama, sarà sempre capace di resistere a tutti gli allettamenti che possono venire dal mondo esterno”. Mentre presso alcuni popoli, come quelli di religione musulmana, prevale un comportamento improntato ad eccessiva sfiducia e quindi questi popoli si attivano nei confronti dei rapporti tra i sessi con eccessiva prudenza, presso altre società, come la nostra, prevale nettamente un’eccessiva fiducia nelle capacità dell’altro, con consequenziali atteggiamenti improntati ad una notevole imprudenza. Spesso accettiamo situazioni e comportamenti, di per sè leciti, ma che obiettivamente hanno poche possibilità di essere gestiti correttamente per lunghi periodi. Ci comportiamo, nel campo amoroso e sentimentale, allo stesso modo con il quale ci comportiamo nel campo educativo. Mettiamo i nostri adolescenti ed i nostri giovani in situazioni ad alto rischio per quanto riguarda l’abuso di alcool, di droghe o di comportamenti incongrui e asociali e, per giustificarci, non abbiamo di meglio che affermare con estrema sicurezza che “se si vuole si può resistere a qualunque influenza negativa che provenga dall’esterno”. Se è vero che non tutti gli uomini e le donne messi in una condizione di rischio tradiranno il partner, è anche vero che certe condizioni sono collegate ad un rischio reale che è doveroso prevenire se si vogliono evitare gravi e importanti traumi personali, familiari e sociali.



[1]  Nel 2003 vi sono stati 165 omicidi in famiglia. Uno ogni due giorni.

[2]  SALONIA, G., (2006), “La coppia di fronte ai drammi della gelosia, del tradimento e della separazione”, in Trentacoste N., a cura di, Strappare un abbraccio difficile, Cittadella Editrice, Assisi, p. 158.

[3]  DACQUINO, G.,(1996), Che cos’è l’amore, Mondadori, Milano, p. 221.

 

Tratto da "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore?" di E. Tribulato

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