Le eccessive illusioni

Le eccessive illusioni

 

Il matrimonio e i rapporti affettivi sono il luogo dove più ci si illude, dove più si cerca di realizzare miti, credenze e sogni che nulla hanno a che fare con la realtà.1 Stranamente l’uomo moderno, l’uomo del duemila, vive nella realtà ma ha la testa tra le nuvole e vive nei sogni e nelle illusioni molto di più dell’uomo primitivo.

Se le aspettative sono realistiche, ciò che il partner o la relazione coniugale potrà dare sembrerà prezioso. Se invece queste aspettative sono eccessive o nettamente illusorie, sarà facile che sorgano aggressività, livore, rabbia, nei confronti dell’altro, ma anche nei confronti dell’istituto matrimoniale.

Le aspettative non realistiche o totalmente illusorie possono essere numerose.

Ne elenchiamo solo alcune:

  • Credere che esista la donna o l’uomo perfetto.

La ricerca della perfezione nel partner è tra le prime e più diffuse illusioni. Se stiamo male con la persona che abbiamo accanto, ci si consola pensando di non aver ancora trovato la persona giusta o di aver trovato solo persone sbagliate e,2 pertanto, è giusto continuare a cercare la persona ideale. Certamente sarebbe bello trovare, anche in capo al mondo, un essere perfetto. Purtroppo sappiamo che la perfezione, almeno tra gli esseri umani, non esiste e che se proprio vogliamo cercarla dobbiamo guardare verso l’alto, verso Dio.

  • Credere che le cose rimarranno immutate.

Con il tempo le persone, tutte le persone cambiano, in conseguenza dei mutamenti dovuti all’età, all’esperienze belle o tristi della vita, alle variazioni del proprio ruolo o di quello degli altri, alle malattie, ai rapporti con i parenti, al lavoro ecc.. E’ necessario, allora, aspettarsi nell’altro un cambiamento e non una staticità. E’ importante, quindi, prepararsi alle nuove situazioni cercando, per quanto possibile, di adattarsi. In questo senso è più utile avere accanto una persona che sappia adeguarsi al cambiamento, piuttosto che una persona rigida e incapace di modellarsi.

  • Credere che esista il partner ideale.

Se non esiste l’uomo o la donna perfetta dovrebbe almeno esistere l’altra metà della mela. Una persona con la quale completarsi pienamente, che sappia ascoltarci e capirci fino in fondo, così da soddisfare tutte o quasi tutte le nostre esigenze e i bisogni più nascosti del nostro animo.

Anche questa, purtroppo, è un’utopia. Abbiamo detto che è corretto cercare di trovare un altro che abbia valori, idee, sentimenti, esperienze, religione, simili alle nostre. Ciò rende la vita di coppia notevolmente più semplice rispetto alla vita con un altro con il quale condividiamo soltanto il sentimento d’amore. Questo però non significa che vi sia la possibilità d’incontrare qualcuno che abbia i nostri stessi pensieri e bisogni; qualcuno che veda la realtà con i nostri stessi occhi; che ami ciò che noi amiamo e che si ponga di fronte ai problemi e agli avvenimenti allo stesso modo con il quale ci poniamo noi.

Già le differenze sessuali comportano modalità diverse nel modo di vivere e sentire la realtà. Vi è poi l’educazione che plasma e colora in modo diverso la visione della vita di ognuno di noi; e ancora, vi sono i tanti incontri e le tante esperienze che nel bene o nel male lasciano dei segni o dei solchi profondi nel nostro animo e che ci caratterizzano. Date queste premesse, è facile la delusione quando la realtà sostituisce l’idealizzazione della figura del coniuge.

La richiesta del partner ideale oggi è stata spinta oltre ogni immaginazione e ogni realtà. Spesso si vuole tutto e il contrario di tutto. Si vuole piena libertà nel vestire, nel corteggiare o nell’essere corteggiati; si vuole piena autonomia nella scelta del luogo e della città dove lavorare, ma si crede poi fermamente che un uomo e una donna che si rispettino, sapranno attraversare indenni tutte le privazioni, tutte le tentazioni e le relazioni senza mai tradire, senza mai lasciarsi andare ad altri amori o a semplici incontri sessuali.

Molte donne vogliono accanto a sé un uomo che abbia ed esprima al meglio tutte le caratteristiche maschili e, perché no? anche quelle femminili a seconda delle necessità del momento. E’ bene che un uomo sia forte e deciso, sicuro e determinato, lineare e coerente e che si faccia anche valere come un vero maschio ma, quando è il caso, si vuole, che lo stesso uomo sia tenero e delicato, dolce ed accondiscendente e scopra le sue emozioni e il suo lato femminile come una vera donna! Allo stesso modo molti uomini sono felici nel constatare che la loro donna è bella, cura la sua persona e soprattutto che porta a casa con il lavoro, un buon stipendio; l’importante è che sia anche fedele, devota, sempre presente a casa quando e se necessario, pronta a cucinare, lavare, stirare, riuscendo sempre ad avere una gran cura della casa, del partner e dei figli!

  • Credere che l’amore sia in grado di far capire e accettare tutto.

Altra illusione poco realistica è che... “siccome siamo una coppia affiatata che si ama molto, l’altro non può che pensarla sempre come me. L’altro capirà tutto e subito: ogni mia sensazione, emozione e desiderio anche non espresso in modo chiaro ed evidente”.3

I giornali rosa affermano, infatti, che “se lui/ lei ti ama capirà tutto quello che gli vuoi dire, accogliendo con gioia tutto quello che tu farai e dirai. Perché l’amore è capace di superare ogni ostacolo e ogni barriera”.

Purtroppo non è così. Anche l’amore ha dei limiti. Non sempre l’altro è in grado di capire tutto. A volte la sua difficoltà nella comprensione dipende dai nostri limiti nella comunicazione; in altri casi può non capire in quanto i suoi valori o i suoi punti di riferimento sono diversi dai nostri o perché l’ansia, lo stress e le preoccupazioni eccessive glielo impediscono.

Inoltre il sentimento amoroso, che noi immaginiamo sempre uguale nel tempo, come tutti i sentimenti non è mai vissuto con le stesse caratteristiche e con la stessa intensità. Esso subisce fisiologicamente frequenti e notevoli oscillazioni che non sempre dipendono dalla volontà della persona amata e che ci ama. Vi sono, quindi, nel nostro animo dei momenti di notevole apertura, disponibilità e accettazione ma vi sono anche dei momenti nei quali prevale la chiusura, il sospetto, lo stare sulla dufensiva.

  • Credere che l’altro sia sempre pronto ad esaudire ogni desiderio e a soddisfare ogni esigenza.

Anche questa è un’illusione. Ogni persona ha dei limiti. Il partner, se è maturo e se ci ama, cercherà di soddisfare i nostri bisogni fondamentali, se non contrastano molto con i suoi, ma è veramente difficile, e forse non ci piacerebbe neanche, incontrare una persona sempre ai nostri ordini, sempre disposta ad accontentarci in tutto ed in ogni occasione.

  • Credere che per amore nostro l’altro possa snaturare il proprio carattere fino ad adattarsi interamente a noi.4

Quando è presente questo tipo d’illusione noi sogniamo e immaginiamo un altro, che con il tempo o ancora meglio subito dopo il matrimonio, perderà i suoi difetti, o comunque correggerà quei comportamenti che ci danno fastidio o che non accettiamo, in modo tale da essere come noi lo vogliamo. Addirittura vi sono molte persone convinte di avere il potere, dopo il matrimonio o la convivenza, di cambiare l’altro.

La realtà ci dimostra che nel momento in cui s’instaura una convivenza o un matrimonio, i comportamenti e gli atteggiamenti che già ci danno fastidio, con molta probabilità si aggraveranno e si moltiplicheranno di molto. Il motivo è semplice: vivendo un rapporto intimo e vicino ( la quotidianità del vivere insieme) sarà facile che vengano alla luce molti comportamenti sgradevoli che non erano emersi durante il fidanzamento. Se è vero che, mediante la forza di volontà, questo adattamento, se non un vero cambiamento può in parte avvenire, è inutile illudersi di un cambiamento radicale.

I comportamenti sono legati a vissuti ed esperienze che risalgono all’infanzia o addirittura sono, almeno in parte, iscritti nei geni fin dalla fecondazione, pertanto è illusorio pensare che possano cambiare di molto anche mediante tanta buona volontà. L’importante sarebbe trovare una persona che cerchi di adattarsi a noi eliminando o smussando soltanto qualche piccolo elemento della sua personalità a noi sgradevole o poco proficuo nel rapporto di coppia.

Insomma, sarebbe bene trovare una persona abbastanza elastica e matura, che sia in grado di fare quello che facevano i maestri muratori esperti nel costruire quei meravigliosi muri a secco presenti in tutte le parti del mondo e di cui la Sicilia è ricca. Essi sceglievano bensì, tra le tante pietre a disposizione, quella che meglio si adattava all’altra che avevano già posizionato sul muro ma poi, e questa è la cosa più importante, la spostavano, la muovevano, la giravano in tutte le direzioni fino a quando non trovavano il miglior incastro possibile, pur rispettando la sua forma e la sua dimensione. Al massimo, con pochi colpi di martello, smussavano soltanto qualche sporgenza che impediva il buon incastro.

Pertanto è molto più produttivo, nel rispetto reciproco, utilizzare la personalità dell’altro e le idee dell’altro per un confronto sereno e positivo, senza illudersi di cambiarlo profondamente e senza utilizzare le inevitabili sue manchevolezze per sminuirlo o aggredirlo.

  • Credere che nel matrimonio si debba trattare, negoziare e contrattare.

Alcune persone trattano il partner come fosse un commerciante e il rapporto matrimoniale come fosse la bottega del salumiere. Sono disposte a dare all’altro, solo se questi può ricambiare con merce dello stesso valore o di valore equivalente. “Io esco con te se tu mi fai comprare il vestito che mi piace tanto”. “Io faccio all’amore con te se tu mi prometti di portarmi al teatro”. “Io vengo con te in crociera se tu vieni con me a Parigi”. I baratti, le contrattazioni o peggio i ricatti, così presenti e abituali nel mondo economico e dei servizi, non sono fatti per il mondo affettivo-relazionale. Non sono fatti per l’amore che, alla base, dovrebbe avere il piacere del dono gratuito. Il piacere di far piacere all’altro.

  • Credere che l’altro ci debba rendere felici.

Già sappiamo che la felicità è spesso una chimera irraggiungibile. Ma anche un semplice stato di benessere e di gioia è legato a numerose componenti che spesso nulla hanno a che fare con la persona che ci sta accanto e condivide la nostra vita. Lo stato di benessere può dipendere da molti fattori: dal patrimonio genetico; dallo stato di salute o di malattia; da quanto abbiamo ricevuto da piccoli; dalle attenzioni che ci sono state date. E ancora, uno stato di benessere o di malessere è condizionato dall’amore con il quale siamo stati circondati; dall’impegno e dall’equilibrio educativo che hanno profuso i nostri genitori; dalla ricchezza o dalla miseria morale dell’ambiente in cui siamo vissuti. Uno stato di benessere dipende dagli incontri che abbiamo avuto nella vita e da come abbiamo saputo o potuto gestire questi incontri; dai maestri, dagli adulti e dai familiari che con le loro parole, con il loro comportamento, con la loro presenza, hanno costruito dentro di noi una base e un supporto psicologico sereno o disturbato, ricco o povero, aperto o chiuso. E’ questo supporto psicologico che rappresenterà i fondamenti e il presupposto del nostro benessere o del nostro malessere.

Uno stato di benessere o di malessere dipende anche dal tipo di lavoro che facciamo e anche dal maggiore o minore stress con il quale siamo costretti a convivere quotidianamente.

La bontà del rapporto con nostra moglie o con nostro marito, le gratificazioni che l’altro dà a noi, le cure, le attenzioni, le carezze fisiche e affettive o al contrario, la freddezza che l’altro dimostra nei nostri confronti, la sua aggressività, la sua irritabilità, la sua freddezza, sono sicuramente importanti ma si inseriscono in contesti molto più numerosi e complessi, presenti nella nostra realtà psicologica.

In definitiva l’eccessiva ed ingiusta responsabilizzazione dell’altro, per quanto riguarda il nostro malessere, spesso non è né giusta, né corretta, né utile alla vita familiare e di coppia.

Purtroppo, spesso è proprio il malessere interiore di cui siamo portatori che ci fa desiderare un matrimonio che ci guarisca e che ci renda felici.

  • Credere che il giorno del matrimonio sarà il giorno più bello della nostra vita.

C’è, soprattutto nell’animo femminile, l’attesa dell’evento clou della propria vita: il giorno del matrimonio.

Fin da piccole le bambine lo sognano e l’aspettano. Attorno a questo giorno fatidico sono costruiti desideri ed emozioni fatti di gioia, luminosità, benessere, felicità, sicuramente superiori a quelli mai provati prima. Se, come a volte succede, queste attese non sono rispettate, la delusione è cocente. Basta un cielo coperto, un corpino che cede, uno strascico sul quale si impiglia il paggetto, un buffet poco saporito, per far crollare il luminoso castello costruito attorno al “giorno più felice della propria vita”.

  • Credere che la sessualità e l’amore siano sempre collegati l’uno all’altra.

L’altra aspettativa creata dalla letteratura romantica degli ultimi secoli afferma poi, abbastanza categoricamente, che se tu lo ami e lui ti ama vivrete una sessualità intensa, calda, splendida, senza mai alcun problema.

Se è vero che l’attrazione e l’amore reciproco influenzano positivamente la sessualità, ciò non significa che questi due elementi possano da soli rendere piena e soddisfacente la complessa realtà della vita sessuale. Nell’intesa sessuale hanno un ruolo notevole anche le componenti genetiche, le esperienze psicologiche infantili ed inoltre, hanno un ruolo i numerosi fattori organici come l’età, le malattie, l’inquinamento ormonale, le caratteristiche somatiche. Queste ed altre componenti possono limitare o rendere problematica l’intesa sessuale anche a persone innamoratissime.

  • Credere che con la persona amata saremo sempre due persone in un’anima sola.

Pertanto tutto si può fare, tutto si può dire, tutto si può manifestare e chiedere perché è come dirlo, chiederlo e manifestarlo a se stessi. Questo è vero ed è possibile ma solo in parte. Sia noi sia il partner abbiamo una sfera personale di cui bisogna tenere conto e che bisogna necessariamente rispettare. Questa sfera personale è ampia nel rapporto con gli amici, diminuisce nel rapporto di coppia, si riduce ancora con il matrimonio, ma non scompare, né si annulla.

Se questa sfera personale è troppo ampia vi è il rischio che i legami d’amore siano come dei fili sottili che da un momento all’altro possono spezzarsi; se invece questa sfera personale è troppo ridotta e il rapporto assume caratteristiche fusionali, il rischio è di sentirsi prigionieri di pesanti legami o di avere la sensazione di perdersi nell’altro.

Rispettare una giusta sfera personale è importante affinché il partner possa vivere meglio la componente che condivide con noi. Combatterla, cercando di annullarla, è controproducente proprio alla vita di coppia.

  • Credere che la coppia sia sufficiente a sé stessa.

Vi è poi l’altra illusione, anche questa molto diffusa, che dà importanza e valore solo alla coppia. Mentre gli altri: i familiari, i parenti e gli amici hanno poca o nessuna valenza. “Io ho sposato suo figlio/ sua figlia, non lei, non mia suocera”. Io ho deciso di vivere insieme a te, non con i tuoi amici”.

Se è vero che la coppia forma un’unità e che gli altri: genitori, parenti e, amici, dovranno rispettare quest’unità, è anche vero che questa nuova realtà si trova inserita in una rete familiare, amicale ed affettiva, alla quale non può e non deve prescindere. Le due famiglie, ma anche i parenti e gli amici, sia di lui sia di lei, non dovrebbero essere considerati un ostacolo alla vita di coppia, ma un aiuto ed un supporto fondamentale da alimentare e rispettare profondamente.

1 ALBISETTI, V., Terapia dell’amore coniugale, Paoline, Milano,1994, p. 17.

 

2 DACQUINO, G.,(1996), Che cos’è l’amore, Mondadori, Milano, p. 153.

 

3 ALBISETTI, V., (1994), Terapia dell’amore coniugale, Paoline, Milano, p. 34.

 

4 ALBISETTI, V., (1994), Terapia dell’amore coniugale, Paoline, Milano, p. 34.

 

Tratto da "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore?" di E. Tribulato

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