Autonomia personale

Autonomia personale

 

IGIENE

VESTIRSI E SPOGLIARSI

ATTIVITA' FAMILIARI

USO DEL DENARO

USO DELL'OROLOGIO

IGIENE

Ai bambini piace molto giocare con l'acqua.

Approfittiamone per abituare il bambino a lavarsi, dandogli solo un piccolo aiuto.

Inizialmente facciamolo giocare con una vaschetta piena d’acqua e gradualmente stimoliamolo a:

*Aprire e chiudere il rubinetto.

**Lavare le mani con l'acqua.

***Lavare il viso senza sapone.

****Lavare le braccia senza sapone.

Contemporaneamente invitiamolo ad asciugare le mani, il viso, le braccia.

In seguito chiediamogli di:

*****Lavare le mani e le braccia con il sapone.

******Aiutarci mentre gli si fa il bagno.

*******Lavarsi da solo con la nostra supervisione.

E’ utile segnare ogni suo progresso ed aumentare le richieste con molta gradualità.

IL BAGNO

 


Il momento del bagno pu
ò essere molto piacevole, se si aiuta il bambino a prendere confidenza con l'acqua.

Per tale motivo è bene immergerlo molto lentamente, lasciandolo giocare con una spugnetta o con un giocattolo galleggiante.
Lavatelo lentamente, tenendolo ben stretto, in modo da dargli una sensazione di sicurezza.
Sorridetegli e parlategli dolcemente, spiegando ciò che fate e denominando le parti del corpo che state lavando.

 

 

ENURESI

 

Si definisce enuresi l’emissione attiva, completa e incontrollata di urina dopo che sia passato il periodo della maturità fisiologica. Mentre per autori come Ajuriaguerra e Marcelli[1] questa maturità si acquisisce tra i tre ed i quattro anni, per altri autori il limite dell’acquisizione fisiologica del controllo degli sfinteri dovrebbe avvenire entro i cinque-sei anni.

 

Si distingue un’enuresi primaria quando questo controllo non si acquisisce all’età fisiologica e un’enuresi secondaria quando questo controllo, che si era già conquistato, si perde in un momento successivo. Per quanto riguarda la frequenza l’enuresi può essere quotidiana, settimanale o saltuaria. Mentre, per quanto riguarda il momento della giornata nella quale avviene l’espulsione incontrollata dell’urina, può essere diurna, notturna o mista. L’enuresi notturna è più frequente nei maschi mentre l’enuresi diurna è più frequente nelle femmine. Questo disturbo di solito diminuisce notevolmente dopo la pubertà.

 

L’enuresi può comportare una diminuzione dell’autostima, può costringere il bambino a evitare di dormire fuori casa, con conseguente compromissione della sua vita relazionale e sociale, e può innescare un cattivo rapporto tra il bambino e la madre, la quale potrà sentirsi costretta a un notevole surplus di lavoro a causa di questo problema. Nell’animo della donna, in questi casi, potrà montare rabbia, collera e risentimento nei confronti del figlio ”piscione”. Questi, a sua volta, investito da questi sentimenti negativi, è facile che viva questo problema con ansia, paura, sensi di colpa e d’indegnità i quali, a loro volta, potrebbero portare non solo a una persistenza dell’enuresi, ma anche ad altre manifestazioni di sofferenza e disagio interiore. È bene pertanto impegnarsi a risolvere tale disturbo in maniera veloce e radicale, per evitare al piccolo e ai suoi familiari continue frustrazioni.

 

Le cause

 

Cause organiche

 

Sono stati imputati fattori genetici e diverse cause organiche: come anomalie anatomiche e funzionali della vescica; disfunzioni del tratto genito urinario; infezioni delle vie urinarie; ma anche disturbi del sonno, per cui lo stimolo ad urinare non riesce ad interrompere il sonno eccessivamente profondo del bambino. L’enuresi notturna viene associata anche alla carente produzione notturna dell’ormone antidiuretico (ADH- antidiuretic hormone) da parte dell’ipotalamo. Ormone che riduce la diuresi durante la notte. Pertanto, in questi casi, viene consigliata una terapia sostitutiva con desmopressina.

 

Cause ambientali

 

Se le componenti organiche ed ereditarie possono contribuire all’insorgere dell’enuresi, riteniamo che i fattori psicologici di origine ambientale siano i più frequenti ed importanti. Infatti l’enuresi da danno neurologico non supera di solito il 30% dei casi, mentre l’enuresi da patogenesi psichica arriva al 70%.

 

Il benessere o il malessere interiore influenzano notevolmente il controllo sfinterico sia delle feci sia delle urine, tanto che negli animali e negli esseri umani la paura ed altre emozioni intense non solo negative, ma anche positive, possono alterare questo controllo. Da ciò l’espressione “farsela addosso per la paura” ma anche “scompisciarsi dalle risa”.

 

Anche per De Ajuriaguerra e Marcelli[2]:  “I fattori psicologici restano i più evidenti. Basti ricordare la frequente corrispondenza tra comparsa e scomparsa dell’enuresi e quella di un episodio che segna la vita del bambino: separazione familiare, nascita d’un fratellino, entrata nella scuola, emozioni di qualsiasi natura …”

 

I motivi ambientali che possono portare all’enuresi possono essere, come per gli altri segnali di sofferenza, numerosi: conflitti familiari, carenze socio–economiche, istituzionalizzazione, ospedalizzazione, genitori con caratteristiche fobico–ossessive, atteggiamenti eccessivamente autoritari e repressivi da parte dei familiari o degli adulti, cambiamento di abitazione, approccio educativo troppo autoritario, e così via. Il bambino affetto da enuresi viene descritto con un carattere flemmatico, timido, ansioso, insicuro, pertanto l’enuresi dovuta a motivi ambientali può essere considerata come una manifestazione dell’ansia con effetto neurovegetativo sulle funzioni vescicali, oppure come espressione di ostilità verso una madre poco attenta ai bisogni del suo bambino.


[1] De Ajuriaguerra J.,  Marcelli D., (1986), Psicopatologia del bambino, Milano, Masson Italia  Editori, p. 124.

 

[2] De Ajuriaguerra J.,  Marcelli D., (1986), Psicopatologia del bambino, Milano, Masson Italia  Editori, p. 126.

Interventi consigliati
  •   Intanto è bene affrontare questo problema con tranquillità, serenità e fiducia.
  •   Evitare di rimproverare o colpevolizzare il bambino per questo involontario disturbo. La frustrazione che ne avrebbe, oltre al rischio di provocare problemi psicologici, potrebbe far persistere l’enuresi nel tempo. Questi bambini, al contrario, hanno bisogno di maggiori gratificazioni e rassicurazioni affettive.
  •   Fare cenare il bambino la sera molto presto o comunque qualche ora prima di metterlo a letto, in modo tale da far eliminare con l’urina, da sveglio, buona parte dell’acqua bevuta durante la cena.
  •   Evitare, soprattutto la sera, di far mangiare al bambino cibi salati o ricchi di acqua.
  •   Mettere accanto al letto del bambino una lucetta ed il suo vasino, in modo tale che egli, svegliandosi, possa urinare facilmente senza dover raggiungere il bagno.
  •   Utilizzare dei dispositivi d’allarme, che permettono al bambino di svegliarsi, appena inizia a bagnare il letto. In tal modo egli si abituerà a contrarre lo sfintere vescicale, ogni volta che suona l’allarme.
  •   È bene inoltre che i genitori, a turno, facciano fare la pipì al bambino nel vasino, almeno due-tre volte durante la notte, negli orari nei quali egli di solito si bagna.
  •   Segnare su una tabella le notti e l’orario in cui il bambino ha avuto enuresi.
  •   Per rafforzare la muscolatura vescicale e abituare ad esercitare un maggior controllo sui riflessi si può incoraggiare il bambino a contenere, per qualche tempo, la pipì durante il giorno, nei momenti di veglia, con un’azione volontaria.
  •   Per motivare maggiormente il bambino, si può ricompensarlo con un piccolo regalo ogni notte che non bagna il letto.

EDUCAZIONE AL CONTROLLO DEGLI SFINTERI A SCUOLA

Anche se non è compito dell’insegnante accompagnare il bambino in bagno, é suo preciso dovere occuparsi dell’educazione degli sfinteri dei bambini che presentano delle difficoltà di questo tipo. E’ possibile raggiungere questo scopo tramite tecniche specifiche, come, ad esempio, il notare quei segni come irrequietezza toccamenti indicanti un bisogno fisiologico.

Inoltre, inizialmente si dovrà accompagnare spesso e sistematicamente il bambino al bagno, anche se non ha necessità. Quando avrà fatto i suoi bisogni lo si loderà abbondantemente. Dopo che sarà trascorsa almeno una settimana durante la quale il bambino non si sarà più bagnato o sporcato, si potrà prolungare progressivamente l’intervallo di tempo da far trascorrere prima di accompagnarlo in bagno.

VESTIRSI E SPOGLIARSI RICERCA DELLA SUA COLLABORAZIONE

 

Aiutare un bambino con handicap a vestirsi e svestirsi può diventare una impresa difficile, se non ci si pone come obiettivo quello di far collaborare sempre di più il bambino stesso. Ciò sarà possibile tra l'altro aiutandolo ad imparare i movimenti necessari per queste operazioni.

È bene quindi non vestirlo in fretta come un fantoccio, ma spiegargli sistematicamente cosa si sta facendo suggerendogli cosa fare per aiutare. Ad esempio potremmo dirgli: "Infiliamo il maglione dalla testa, tu tiralo giù; tiriamo fuori le mani dalle maniche; infiliamo i piedini nelle scarpe, ecc.".

Nominiamo i colori dei vestiti che indossa, diciamogli se sono larghi o stretti e di che tessuto sono fatti. Sono informazioni che la sua mente incamererà e utilizzerà al momento opportuno. Imparare a vestirsi ed a spogliarsi sarà semplice se gli abiti si potranno indossare e sfilare facilmente. Ad esempio i maglioni e le magliette dovranno avere il collo e le maniche ampi e facilmente estensibili. E’ bene che i pantaloni siano inizialmente con elastico alla vita e solo successivamente con ganci, grossi bottoni, chiusure lampo. I maglioni o le magliette dovranno avere un disegno sul davanti in modo da poterli distinguere facilmente.

Ricordate che un bambino normale impiega i primi cinque anni della sua vita per imparare a vestirsi e spogliarsi da solo; non vi meravigliate quindi se al vostro bambino occorrerà tempo e molti esercizi per imparare a farlo.

ABBIGLIAMENTO

 

Per aiutare l'apprendimento del vestirsi e spogliarsi gradualmente senza alcun aiuto, è necessario effettuare con gradualità una serie di esercizi iniziando con:

*  Fare dei giochi utilizzando due cerchi piccoli, da infilare e sfilare dalle braccia del bambino, e due cerchi grandi, da infilare e sfilare dal tronco, dalle spalle e dalla testa.

**  Infilare una manica di un largo maglione fino al polso del bambino e chiedergli di tirarla su con l'altra mano.

***  Se il bambino effettua i giochi precedenti con facilità, possiamo chiedergli di infilarsi il maglione da solo, dopo averlo aiutato fin quasi alla spalla.

****  Continuiamo facendogli sfilare lo stesso maglione solo in parte infilato in testa e chiedendogli poi di sfilarlo dalla nostra testa, per rendere la cosa più divertente.

*****  Infine, chiediamogli di sfilare dai piedi un pigiama largo, che avremo prima infilato in un solo piede e successivamente in entrambi.

 

TIPI DI INDUMENTI

Indumenti più facili da usare

•    Indumenti di lana.

•    Vestiti larghi.

•    Indumenti con elastici.

•    Gonne (per le bambine).

•    Maglioni con collo ampio.

•    Vestiti con maniche larghe.

Indumenti difficili da usare

•    Indumenti di cotone.

•    Vestiti attillati.

•    Indumenti con bottoni.

•    Maglioni a collo stretto.

•    Vestiti con maniche strette.

INDUMENTI DA INDOSSARE (in ordine di difficoltà)

  1. •    Cappello.
  2. •    Gonna con elastico.
  3. •    Pigiama.
  4. •    Pantaloncini con elastico.
  5. •    Mutandine.
  6. •    Cappotto.
  7. •    Maglione largo.
  8. •    Maglietta del pigiama.
  9. •    Maglietta interna di lana.
  10. •    Camicia.

CALZATURE DA TOGLIERE O METTERE (in ordine di difficoltà)

  1. •    Ciabatte del papà.
  2. •    Ciabatte.
  3. •    Mocassini.
  4. •    Scarpette slacciate.
  5. •    Scarpe con chiusura a strappo.
  6. •    Scarpe con le fibbie.

SBOTTONARE ED ABBOTTONARE

Sbottonare

Questa operazione non é facile, (specie quando i bottoni sono piccoli e le asole strette), ma é importante che il bambino sia in grado di effettuarla correttamente, perché i vestiti hanno spesso molti bottoni.

Inizialmente si potrà usare un vecchio pullover con bottoni grandi ed asole larghe oppure un telaio di legno con due strisce di stoffa da unire con grossi bottoni.

Per dare al bambino la gratificazione di aver portato a termine l’operazione richiesta, sbottoneremo quasi completamente il bottone, lasciandolo quasi fuori dall’asola. Al bambino non resterà altro compito che portare a termine l’operazione da noi iniziata.

*Successivamente lasceremo il bottone un po’ meno fuori dall’asola, in modo che l’operazione sia progressivamente più lunga e difficile.

***Quando saprà effettuare i movimenti giusti nella giusta successione, potremo utilizzare bottoni più piccoli e asole più strette.

Abbottonare

E` un’operazione più difficile dello sbottonare, ma, se seguendo lo stesso procedimento, il bambino imparerà abbastanza in fretta.

Aprire e chiudere cerniere lampo

Per questa attività si può utilizzare un vecchio abito con grosse e scorrevoli cerniere lampo o realizzare un apposito telaio. Su una cornice di legno di 30 x 40 cm, si inchioderanno, nel senso della lunghezza, due grosse strisce di stoffa che si congiungeranno al centro con una cerniera.

*   Inizialmente si chiederà al bambino di aprirla (per realizzare una buona presa si potrà inserire un anellino).

**  Successivamente si potrà insegnargli a chiuderla.

Per stimolare il bambino ad effettuare questi movimenti, si potrà collocare dietro al telaio un bambolotto o un altro oggetto, che si vedrà comparire e scomparire, come in un teatro, quando egli aprirà o chiuderà la cerniera.

STIMOLO A VARIE ATTIVITÀ ALL’INTERNO DELLA FAMIGLIA

Tutti i bambini hanno bisogno di introiettare il ruolo maschile o femminile di futuro genitore attraverso un dialogo ed un rapporto continuo con il genitore dello stesso sesso, che diventa più pregnante nel momento in cui si studia insieme o si effettua un’attività tipicamente maschile o femminile. Ad esempio, il padre potrà farsi aiutare dal bambino nel momento in cui deve riparare, sistemare o trasportare qualcosa. La madre potrà farsi aiutare dalla bambina nel preparare il cibo o rigovernare la casa. Questi piccoli lavoretti diventeranno per loro attività importanti, che aumenteranno l'autostima , li faranno sentire più vicini ai genitori e ne matureranno lo sviluppo. La scelta delle attività deve essere effettuata tenendo presente non solo le capacità dei singoli bambini, ma anche le loro preferenze. Un piccolo regalino servirà a gratificarli maggiormente.

Attività domestiche: apparecchiare la tavola

Tutti i bambini sono felici quando possono aiutare i genitori in qualche occupazione.

Vi consigliamo di sviluppare ed incoraggiare questa naturale disposizione, in quanto fonte di gioia e di interessanti esperienze per il vostro bambino.

 Anche se egli non sa compiere tutte le sequenze necessarie per un compito complesso come rifare il letto o apparecchiare e sparecchiare completamente la tavola, può partecipare quasi sempre a molte di queste e altre occupazioni, se verrà addestrato e opportunamente incoraggiato. 

Cominciamo  a fargli effettuare i compiti più semplici, aiutandolo e lodandolo per tutto quello che fa. 

Elenchiamo in ordine di difficoltà le sequenze per apparecchiare e sparecchiare la tavola.

*  Far portare sulla tavola le posate,  i piatti   i bicchieri da voi già preparati .

**  Lasciate che sia lui a togliere posate , bicchieri e piatti dalla tavola .

** *  Fate mettere al b. un bicchiere e le posata per ogni piatto da voi già sistemato.

****  Fate prendere a lui stesso le posate e i bicchieri nel numero giusto.

*****   Fategli  sistemare la tovaglia sulla tavola insieme al resto.

USO DEL DENARO

 

ll bambino impara l’uso del denaro essenzialmente in modo pratico, scoprendo che questo comporta delle possibilità di spenderlo per delle cose a lui utili e piacevoli. Il poterlo utilizzare e maneggiare direttamente lo aiuta a capire il valore delle singole banconote e quindi a ricordarne il valore.

E` molto importante pertanto fare in modo che il bambino maneggi piccole somme di denaro per poterne apprendere l’uso
Iniziamo a dargli un piccolo stipendio settimanale in moneta di taglio diverso.

Stimoliamolo a conservare, scambiare e utilizzare il suo denaro nelle varie occasioni (per comprare il gelato, le figurine, il giornalino, la merenda ecc.). Si consiglia, inoltre, di fargli usare e conservare il denaro in un conto corrente aperto presso il suo papa`. Imparerà, così, ad usarlo meglio.

Per una migliore conoscenza dell'Euro si può utilizzare il nostro sussidio didattico:

"Conoscenza e uso dell'Euro"

 

Uso dell'orologio

 

Per quanto riguarda l'orologio certamente è più facile l'uso dell'orologio digitale e pertanto per i bambini che presentano problemi nell'apprendimento è consigliato questo tipo di orologio. Purtroppo non è affatto semplice la conoscenza e l'uso appropriato dell'orologio analogico, in quanto sono necessarie varie capacità e competenze che si acquistano non prima dei sette- otto anni di età mentale o cronologica: contare per cinque, conoscenza dei concetti di intero, metà, uno, due e tre quarti. Per facilitarne l'apprendimento si può utilizzare il nostro sussidio didattico:

Conoscenza e uso dell'orologio

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