Handicap ed integrazione

Handicap ed integrazione

 

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È una cosa rara la patologia?

Il fatto che la patologia non sia una cosa rara lo tocchiamo con mano ogni volta che andiamo dal nostro medico di famiglia e siamo costretti a fare la coda solo per ottenere una ricetta o peggio, quando dobbiamo affrontare un esame clinico particolare e vi è una lista d’attesa di qualche mese. In queste ed in molte altre occasioni ci accorgiamo di come la malattia non sia l’eccezione ma spesso, purtroppo, la regola.

E per quanto riguarda l’handicap? È una cosa rara l’handicap?

Sicuramente la disabilità prima o poi nella vita colpisce un po’ tutti. Tutti infatti prima o poi subiamo una malattia o un trauma che ci rende, per un periodo più o meno lungo, disabili. La disabilità ci colpisce da anziani, quando, per camminare ci facciamo sostenere da un bastone o da un figlio compiacente, o quando, per salire al nostro piano, non possiamo fare a meno dell’ascensore. Ci colpisce dopo i quaranta anni, ad un’età in cui dallo schermo TV tutti ci vogliono convincere che siamo ancora giovanissimi, mentre ci accorgiamo che per leggere abbiamo bisogno di inforcare gli occhiali o allungare le braccia a più non posso.

Ma anche da ragazzi l’handicap e la disabilità sono pronti a ghermirci. Penso, ad esempio, a quando, dopo essere saliti baldanzosi con la seggiovia sulle cime innevate ci lanciamo dall’alto con gli sci appena comprati, vestiti all’ultima moda, sicuri di fare bella figura ed invece roviniamo a valle nelle pose più scomposte e con qualche osso rotto.

A parte le malattie ed i traumi, spesso l’handicap si manifesta in forme più sottili ma altrettanto pesanti: come quando ad esempio non riusciamo a relazionarci efficacemente con i nostri genitori; o quando non riusciamo a trovare le parole giuste nei confronti dei figli ribelli per far capire loro i bisogni educativi; oppure quando con i colleghi o l’altro coniuge, l’accordo e la pace sembrano un miraggio irraggiungibile.  Abbiamo usato vari termini: malattia, disabilità, handicap ma questi termini sono sinonimi? No, non sono sinonimi.

La malattia è l’evento morboso che ci può colpire (virus, batterio, trauma ecc).

La disabilità indica la lesione oggettiva che possiamo avere a causa di un evento morboso, ad esempio la frattura del femore, un’ulcera gastrica o il ritardo mentale.

L’handicap è invece relativo all’ambiente sociale e culturale e quindi all’organizzazione della società in cui viviamo, che può strutturarsi esaltando le differenze ed emarginando la persona colpita da disabilità, come invece può organizzarsi e strutturarsi lottando con ogni mezzo per ridurre al minimo il divario tra noi e gli altri, tra la persona disabile ed i “normali”. Per tale motivo vi può essere una grave disabilità ma un piccolo handicap, oppure, all’opposto, una lieve o nessuna disabilità può comportare lo stesso un grave handicap. Può capitare, ad esempio, di ritrovarsi in un paese straniero senza conoscere la lingua e di non sapere come farsi ricondurre nell’albergo che si è scioccamente lasciato, sicuri di sapersi orientare.

Oggi si tende ad usare il termine diversamente abile o diversabile, per sottolineare la presenza di altre abilità che è giusto ed importante far emergere e valorizzare. Qualsiasi denominazione ha i suoi pregi e i suoi rischi. L’uso di quest’ultimo termine, che ha il pregio di sottolineare gli elementi positivi presenti in ogni persona, potrebbe comportare, ad esempio, un’accettazione incondizionata della disabilità e dell’handicap e quindi una limitazione nelle prospettive e nell’impegno nell’affrontarli e superarli.

 

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