
26 Mar Le vostre domande e le nostre risposte
In questa rubrica, rispondendo alle vostre lettere, cercheremo di affrontare in maniera semplice, breve e chiara, ma che speriamo sia lo stesso utile ed efficace, i temi, i dubbi e le difficoltà proposte dalle decine di migliaia di lettori e operatori che frequentano il sito: genitori, insegnanti, studiosi, operatori nel campo didattico. Speriamo sia un’occasione per uno scambio di idee, esperienze, riflessioni e dibattito sui temi che più ci stanno a cuore.
Le vostre E-mail saranno pubblicate integralmente in maniera anonima tranne che non vi sia una richiesta specifica che ci autorizzi a pubblicare il luogo di residenza e di lavoro, il nome o anche il cognome.
AVVISO IMPORTANTE: i consulti on/line hanno solo valore di consigli e non intendono sostituire, in alcun modo, la visita medica o psicologica diretta.
Le tre necessità basilari di un bambino
piccolo
Buonasera Dottore,
Le scrivo per chiederle un consulto..
Ho un bambino di 2 anni appena fatti che ancora non parla.. ha iniziato a camminare a 13 mesi.. a livello motorio è molto agile; sale e scende le scale, salta, corre.. ma il resto desta un po’ preoccupazione.. ha iniziato ad indicare da un mesetto, esegue semplici comandi tipo dammi la mano, chiudi, prendi le scarpe, accendi la luce.. altri più complessi sembra non capirli.. si gira sempre se chiamato, non distoglie lo sguardo.. predilige giocare con le macchinine spingendole correttamente.. non ha molto
Interessi per altri giochi.. non fa gioco simbolico.. mi chiedo: da che età i bambini lo fanno? è una tappa obbligatoria?? Socializza con noi genitori.. se sta giocando mi prende per mano e vuole che io gli stia vicino.. con il fratello maggiore non gioca e così con gli altri bambini.. inizia un pochino ora ad interagire di più con i nonni.. frequenta il nido e ci va volentieri.. mangia e beve da solo, partecipa alle attività di gruppo ma ancora non gioca con i bambini.. a febbraio sono stata da una NPI ma mi disse che il bambino era ancora troppo piccolo per fare una valutazione dicendomi che ogni bimbo ha i suoi tempi.. lei che ne pensa? Che dovrei fare? Attendere ulteriormente?
Grazie mille dottore!!!!
Gentile signora
Nello sviluppo dei bambini vi è una larga fascia di normalità. Pertanto il vostro bambino potrebbe rientrare in questa fascia ma, per esserne certi, bisognerebbe approfondire meglio tutto lo sviluppo del piccolo.
Purtroppo in questo periodo “l’epidemia” di disturbi autistici preoccupa moltissimi genitori.
Se lei ci segue sul nostro sito o su Facebook avrà sicuramente letto che i bambini, per il loro sviluppo fisiologico, hanno delle precise necessità che possiamo così sintetizzare :
- vivere in un ambiente sereno, piacevole e giocoso;
- avere la presenza costante di almeno un genitore che sappia ben relazionarsi con lui, giocando ai suoi giochi e interagendo frequentemente e bene con il piccolo;
- vivere durante i primi tre-quattro anni nel suo nido naturale che è rappresentato dalla sua famiglia e non nell’asilo nido.
Se lei e suo marito riuscite a offrire a vostro figlio queste tre basilari necessità fisiologiche non vi è motivo di preoccuparsi.
In ogni caso sono a vostra disposizione per approfondire il caso del vostro bambino.
Molti cordiali saluti
Glenn Doman: un grande studioso.
Buongiorno, da ieri ho avuto modo di conoscere tutto il materiale (preziosissimo) presente sul Vostro sito web. Volevo ringraziarLa per lo splendido lavoro (molto accurato, utile e ben organizzato) che ha voluto condividere online. Anche perché, ahimè ho notato che è molto difficile trovarne, a questo livello poi..
Gentile signora
Conosciamo molto bene il metodo Doman, anche perché siamo partiti proprio dai suoi presupposti e indicazioni per strutturare il programma “Voglia di crescere”. Ci piace molto questo grande studioso, soprattutto perché basava la stimolazione del bambino sull’impegno dei genitori e non soltanto dei tecnici, poiché come lui scriveva: “Nessuno ha più interesse di un bambino dei propri genitori” (cito a memoria). In seguito, mediante moltissime prove effettuate su ogni scheda e su migliaia di bambini di varie età, abbiamo lavorato per costruire con “Voglia di crescere”, un programma di stimolazione logico-cognitiva quanto più possibile, piacevole, interessante, vario e graduato. In tal modo, pur ottenendo ottimi risultati su varie patologie, non è necessario impegnare per troppe ore al giorno i familiari e il bambino.
Per conoscere meglio questo metodo le consiglio intanto di leggere il libro guida di “Voglia di crescere” e, se pensa di utilizzarlo, si attenga alle sue semplici regole.
In ogni caso per qualunque dubbio o necessità ci scriva o telefoni. Se vuole, può anche collegarsi con noi mediante Skype.
Mentre la ringrazio anticipatamente per la donazione che intende fare, preziosa soprattutto in questo periodo di pandemia, la saluto cordialmente.
Buongiorno signora
Intanto mi scuso per il ritardo con il quale rispondo alla sua mail a causa di un periodo di quarantena, che ho terminato proprio ieri, per un contatto avuto con dei positivi. Spero che anche voi stiate tutti bene.
Per quando riguarda le sue domande, l’obiettivo dal quale bisogna sempre partire è uno solo: riuscire ad avere, con il proprio bambino, che presenta sintomi di autismo, in ogni momento della giornata, una relazione la più piacevole, serena, gioiosa e gratificante possibile.
Il Gioco Libero Autogestito serve proprio a questo. E’ lo strumento migliore con il quale i genitori e gli operatori possono costruire con il bambino una buona relazione. Poiché, se noi ci divertiamo nel partecipare ai giochi da lui scelti, egli ci sentirà come persone vicine a lui e ai suoi bisogni. Persone che lo capiscono e gli vogliono bene, in quanto comprendono le sue difficoltà e le sue necessità, che sono il cercare di diminuire le sue ansie, le sue paure e la sfiducia nel rapportarsi con gli altri e con il mondo.
Per tale motivo, se al bambino piace vedere noi giocare accontentiamolo con gioia. E lo stesso facciamo se vediamo che lui preferisce per molto tempo un certo tipo di gioco, piuttosto che un altro: accontentiamolo con gioia.
Il bambino che presenta sintomi di autismo cresce non per i giochi o le attività che effettua e che lo spingiamo o stimoliamo ad effettuare, ma per la fiducia che egli riesce ad avere in se stesso, in noi e nel mondo fuori di lui. E’ solo questa fiducia che gli potrà permettere di abbandonare la sua condizione di chiusura autistica, così da aprirsi agli altri e al mondo e riprendere la sua normale crescita fisiologica.
In questi ultimi mesi ho pubblicato un libro guida, per i genitori e gli operatori che hanno in cura un bambino con autismo: “Bambini da liberare – Una sfida all’autismo”. Le consiglio di leggerlo e di seguire tutte le indicazioni presenti in questa guida.
Un caro saluto a voi tutti
Una bimba con difficoltà nella socializzazione?
Buongiorno, sono un po’ preoccupata per la mia bimba di 13 mesi che sta avendo problemi di interazione con gli altri bimbi.
Fin dalla nascita le ho sempre fatto vedere gente ed altri bimbi, fatto attività per neonati tipo nuoto, yoga con altre mamme e bebè… non ha mai avuto problemi ed è sempre stata una bimba serena ed allegra!
Poi c’è stato il lockdown (lei aveva 7 mesi) quindi siamo stati in casa nello stretto nucleo famigliare, e credo questo non l’abbia aiutata!
una bimba che ha bisogno di tempo ma poi interagisce bene con gli adulti, sciogliendosi piano piano. Una volta sciolta gioca, fa la pagliaccia, ride, balla ecc. ma con i bimbi è un disastro soprattutto ultimamente!
Le piace guardarli da lontano, li indica, sorride quasi li chiama, ma se si avvicinano troppo o provano ad interagire inizia a piangere, anche se d’altra parte ha dei bimbi tranquilli e delicati, poco invadenti!
? cresciuta in casa con 2 gatti che adora e con cui è coccolona, ma con altri gatti e cani fa uguale ai bimbi, se sono lontani sorride, lo chiama, li indica ma se si avvicinano e la sfiorano piange!
Vorrei aiutarla a superare questa problematica… cosa posso fare?
Grazie
Gentile signora
Negli ultimi decenni è prevalsa l’idea che i comportamenti nascono dall’apprendimento. Per cui si stimolano i genitori a ricercare con tutti i mezzi occasioni e situazioni che possono indurre certi tipi di comportamenti desiderati. La realtà è diversa. Buona parte degli apprendimenti, soprattutto quelli sociali, si realizzano spontaneamente, senza la necessità di alcun apprendimento, quando sono presenti alcuni indispensabili presupposti.
Innanzitutto l’età del bambino.
Ad esempio, certi comportamenti sociali sono strettamente legati all’età, per cui fino ai tre-quattro anni i bambini, come tutti i cuccioli di animali, hanno un timore, più o meno intenso, di tutto ciò che è estraneo o lontano dalle principali persone di riferimento. che sono poi i suoi genitori e i suoi familiari. E ciò è perfettamente normale.
Un altro elemento importante è dato dalla serenità interiore.
Pi? il bambino è sereno e gioioso, più facili e precoci saranno i suoi comportamenti sociali. In quanto maggiore sarà la fiducia che egli avrà nei confronti di se stesso, degli altri e del mondo in generale. Più sarà turbato, ansioso, triste, stressato, più difficoltà avvertirà nell’aprirsi agli altri, soprattutto agli estranei e ai coetanei.
Data l’età della sua bambina non mi preoccuperei affatto di questi suoi comportamenti ma cercherei soltanto di creare attorno a lei un clima e un ambiente il più sereno, gioioso e accogliente possibile, in modo tale che il suo approccio relazionale e sociale si sviluppi fisiologicamente in maniera spontanea e senza alcun forzatura esterna.
Un cordiale saluto
Quale terapia per l’autismo?
Preg.mo dott. Tribulato, ho un nipotino di quattro anni e mezzo con diagnosi di moderato autismo fatta da La Nostra Famiglia di Bosisio Parini al momento in terapia con tre ore settimanali di logopedia e tre ore settimanali di psicomotricità; frequenta a tempo pieno la scuola dell’infanzia ma non riesce ad avere rapporti concreti con gli altri bambini e tende a giocare da solo.Ha cominciato a parlare circa sei mesi fa ed attualmente manca di fluidità nell’articolazione e non pronuncia diverse consonanti; mostra inoltre comportamenti ripetitivi soprattutto nel volere percorrere le stesse strade con insistenza pressoché costante.Ho letto con molto interesse l’articolo “Le stereotipie e le resistenze al cambiamento nel bambino con disturbo autistico” del libro “Autismo e gioco libero autogestito” che ho già ordinato in libreria.Le chiedo di volerci dare qualche informazione e qualche consiglio al riguardo ed anche sulla paura che il bambino manifesta nel toccare e nel calpestare le foglie secche. Gli abbiamo spiegato e lui ha capito la loro origine però istintivamente continua ad averne paura e chiede di venire in braccio.La ringrazio per il tempo che vorrà dedicare a tali quesiti per noi veramente importanti ed angoscianti.
Ho letto con interesse dei problemi del vostro nipotino. I bambini con sintomi di autismo. di solito sono trattati mediante varie terapie: logoterapia, psicomotricità, terapia occupazionale, terapia comportamentale. Queste e altre terapie simili partono dall’assunto che il bambino con autismo abbia dei deficit in alcune aree cerebrali da correggere o da colmare mediante una serie di esercizi.
La nostra visione è invece un’altra. Noi pensiamo che il bambino con sintomi di autismo abbia essenzialmente dei gravi problemi psicologici che devono essere diminuiti e, se possibile eliminati, instaurando con lui delle relazioni efficaci, che rispettino i suoi bisogni, le sue paure e la sua estrema sensibilità.
Seconda la nostra visione dell’autismo quindi, non abbiamo dei bambini che presentano dei deficit di vario tipo da curare o correggere ma dei bambini che soffrono notevolmente per le loro ansie, paure e insicurezze che influenzano negativamente i loro comportamenti e i loro apprendimenti.
Per tale motivo il modo migliore per affrontare questi problemi non è quello di educare il bambino a fare o a non fare determinate cose ma è quello di renderlo il più rapidamente possibile psicologicamente sereno, equilibrato e maturo, eliminando tutte le ansie, le paure e le insicurezze delle quali soffre. Secondo questa visione l’unica terapia che il bambino dovrebbe effettuare è quella che tutti i genitori e adulti sono in grado di applicare: ed è il Gioco Libero Autogestito: poiché questa è l’unica terapia che rispetta fino in fondo i bisogni del bambino e la sua sensibilità, così da dargli quella fiducia in se stesso e negli altri di cui ha estremo bisogno.
Naturalmente è necessario evitare, nel suo ambiente di vita, tutte quelle situazioni che possono procuragli stress e traumi: conflitti fra i genitori, inserimento scolastico non corretto, rimproveri, punizioni e così via.
Leggendo il libro sul Gioco LIbero Autogestito potrete meglio capire i bisogni del vostro nipotino e come meglio relazionarsi con lui.
In ogni caso io e gli altri operatori del Centro Studi Logos di Messina siamo sempre a vostra disposizione per ogni necessità.
