I comportamenti più adeguati dei genitori di un bambino piccolo

I comportamenti più adeguati dei genitori di un bambino piccolo

I comportamenti più adeguati

Affinché un bambino sia soddisfatto dei suoi genitori e costruisca con loro un solido legame che gli permetta di affrontare con serenità e maturità la vita e il mondo fuori di lui, papà e mamma dovrebbero avere dei comportamenti adeguati. Poiché non è assolutamente necessario che una madre o un padre siano perfetti, per il sano sviluppo di un bambino molto piccolo sono sufficienti dei genitori sufficientemente buoni.

Essi sono tali quando:

  • Si impegnano a capire e leggere dagli occhi, dal volto e dai comportamenti del figlio i suoi bisogni, le sue necessità e i suoi desideri. 
  • Si impegnano a comprendere, conoscere e poi offrire al piccolo bambino tutto ciò che gli procura soddisfazione, gioia, serenità e sicurezza mentre, nello stesso tempo, fanno in modo da allontanare da lui tutto ciò che può creargli ansia, angoscia, paura, tensione e insicurezza.
  • Si adattano rapidamente alle caratteristiche del loro piccolino. Le capacità di adattamento sono indispensabili in quanto i bambini sono notevolmente diversi gli uni dagli altri. Non solo, ma nel tempo, cambiano i loro bisogni e le loro esigenze. Riuscendo ad adattarsi i genitori sono capaci di offrire elementi positivi all’animo del figlioletto, così da allontanare le cause che gli possono procurare sensazioni ed emozioni negative.
  • Mediante l’amore rendono calda e accogliente la sua casa. La illuminano con il loro sorriso. La rendono viva e palpitante con la loro presenza.
  • Offrono al loro piccolo, con le parole, i comportamenti e i gesti, numerosi segnali di presenza, distensione, comunione e condivisione, in modo tale da proteggerlo da tutte quelle situazioni che potrebbero provocargli traumi, stress eccessivi, paure e ansie.
  • Sono lieti quando il figlio dorme sereno nel suo lettino, ma accettano di essere svegliati nel cuore della notte per placare la fame, la sete, le sofferenze e i suoi fastidi. Allo stesso modo sono felici quando lui è sveglio e vuole mangiare, giocare e farsi coccolare.
  • Godono del contatto delle sue mani, quando il piccolo, mediante il tatto sente il bisogno di conoscere meglio papà e mamma, mentre nel contempo desidera avvertirne la presenza rassicurante.
  • Si impegnano a soddisfare non solo i suoi bisogni fisici ma anche quelli affettivi, per cui danno il massimo della loro disponibilità quando il piccino, per allontanare le ansie e le paure, ha bisogno e desidera la loro presenza, cerca il loro contatto, aspetta le coccole, vuole inebriarsi del profumo di mamma e papà.
  • Cercano di non andare in crisi per i suoi strilli che sembrano irrefrenabili. In ciò sono aiutati dalla fiducia in sé stessi, nelle loro capacità di capire e rispondere adeguatamente ai bisogni del piccolo, ma anche dalla fiducia nelle capacità del bambino di superare con il loro aiuto i momenti di crisi e di sconforto.
  • Non giudicano il loro figlio un piccolo diavoletto, pronto a piangere a più non posso pur di mettere in difficoltà papà e mamma, né lo vedono come un crudele tiranno che impedisce ai genitori di riposare o dormire.
  • Non lo avvertono come un monello capriccioso, mai contento e pago, né come un piccolo essere insubordinato che vuole mangiare, dormire o rimanere sveglio fuori dagli orari canonici.
  • Amano divertirsi e giocare insieme a lui in molti momenti della giornata, soprattutto all’aria aperta.
  • Gioiscono quando egli fa le sue prime “bravate”, ad esempio, quando il piccolo riesce a togliersi le fastidiose scarpette, così da poter agitare i piedini nudi in aria o, ancor meglio, quando può camminare a piedi nudi sul pavimento di casa.
  • Poiché anche loro, come tutti i genitori che li hanno preceduti nei millenni precedenti, commetteranno sicuramente qualche errore, tuttavia, dalle reazioni del figlio, imparano presto in che cosa, dove e perché hanno sbagliato, in modo tale da essere in grado di correggersi prontamente.
  • Con coerenza, cercano di mantenere nelle cure e negli orari una buona stabilità e continuità, in modo tale da evitare gli eventi imprevisti, così odiosi per i bambini piccoli, in quanto sono fonte di allarme e insicurezza.
  • Per quanto possibile si impegnano ad abolire i comportamenti frettolosi. Pertanto, cercano di non avere fretta quando è il momento di cambiarlo, quando il figlioletto vuole mangiare e vorrebbe addormentarsi o quando gli fanno il bagnetto. I buoni genitori, indefinitiva, non hanno mai fretta!
  • Non alzano mai la voce e non gridano, ma parlano dolcemente.
  • Si impegnano a non trascurarlo, lasciandolo per troppo tempo in mani estranee. Tantomeno sono disposti a posteggiarlo in quei luoghi istituzionali chiamati nidi, ma che nulla hanno del vero nido familiare. Sanno molto bene che per il loro figlio la sicurezza e la serenità sono rappresentate dal viso caldo e luminoso e dalla voce tranquillizzante della loro mamma e del loro papà, nonché dalle pareti ben conosciute della sua casa e dai giocattoli e oggetti da lui ben conosciuti.
  • Fanno in modo da accogliere spesso il bimbo tra le proprie braccia con naturalezza e spontaneità, trovando facilmente per lui la posizione migliore per farlo sentire a proprio agio: protetto e sicuro.
  • Limitano gli impegni di lavoro per dedicare al loro bambino tempo e disponibilità per parlare, giocare e fare con lui mille esperienze piacevoli e divertenti, sia dentro che fuori casa in un ambiente piacevole. 
  • Fanno in modo da non guardare la tv, né tantomeno rispondere al cellulare, quando il bimbo ha bisogno di alimentarsi o vuole giocare con loro.  Sanno che gli spettacoli più belli e interessanti sono dati dal faccino del loro bambino quando, con i suoi splendidi sorrisi li guarda mentre mangia, o quando, con le sue smorfiette e i suoi grandi sbadigli, vuole addormentarsi. Dei buoni genitori sanno, infatti, che se è certamente piacevole parlare con gli amici e parenti, è ancora più bello giocare, comunicare e relazionarsi con il proprio piccolino.

Da quanto abbiamo detto si può concludere che l’appagamento affettivo del neonato e del bambino piccolo non si misura, quindi, solo dalle generiche manifestazioni di affetto o dalle parole amorose pronunciate dai genitori nei suoi confronti. La soddisfazione affettiva è fatta di precisi impegni nei confronti dei suoi bisogni fisici e psicologici. Impegni attuati in un clima d’amore, di gioia, di serenità ed equilibrio (De Negri e altri).[1]

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato “Prevenire la chiusura autistica”. 
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[1] De Negri et altri, (1970), Neuropsichiatria infantile, Genova, Fratelli Bozzi Editori, p.143.

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