EMMA HA RITROVATO IL SORRISO

EMMA HA RITROVATO IL SORRISO

 

Autrice: Dottoressa Anna Curcuruto – Psicologa

Attualmente Emma ha circa otto anni.  

I genitori richiesero il primo colloquio nel 2023 quando la bambina aveva cinque anni e nove mesi. Durante le prime osservazioni si evidenziarono vari sintomi di chiusura autistica: linguaggio molto ridotto, presenza di stereotipie, labile emotività, paure, rifiuto scolastico, ansia, disturbi dell’attenzione, estraneamento dalla realtà, disturbi della socializzazione e dell’integrazione con i coetanei, comportamenti rituali.

I primi sintomi della sua grave chiusura interiore erano stati osservati intorno agli otto mesi. Emma, a quell’età appariva una bambina molto seria, che sorrideva poco e non riusciva a esprimere i suoi bisogni e i motivi delle sue frustrazioni. Non interagiva e non mostrava ansia da separazione quando si distaccava dalla madre. A un anno e mezzo il linguaggio invece di progredire, era iniziato a regredire. Parlava pochissimo e tendeva a ripetere spesso delle stesse frasi molto semplici. Urlava quando le venivano imposte delle regole.

Emma aveva iniziato a frequentare la scuola dell’infanzia a tre anni. L’inserimento era stato problematico. Restava a scuola ogni giorno fino alle 16, mostrando chiari segni di disagio e difficoltà a interagire con i pari. La madre di Emma riferiva che la bambina passava giornate intere davanti alla televisione.

Venne proposto ai genitori di Emma di essere seguiti online, mettendo in pratica un approccio terapeutico di tipo affettivo-relazionale che utilizza il Gioco Libero Autogestito, allo scopo di migliorare il rapporto tra la bambina e i genitori, così da stimolare la bambina ad abbandonare progressivamente la chiusura in se stessa, potendosi poi integrare con i genitori e con l’ambiente sociale. Venne consigliato ai genitori di eliminare l’uso della televisione e l’utilizzo di tutti gli altri strumenti elettronici, di evitare la frequenza dell’asilo fino a quando la bambina non avesse acquisito una buona serenità e apertura nei confronti degli altri. Inoltre i genitori furono invitati a trascorrere con la figlia del tempo di qualità, giocando insieme a lei ai giochi da lei proposti o desiderati.  

bambini giochi

Il Gioco Libero Autogestito dà la possibilità di instaurare un rapporto positivo tra i genitori e la bambina, per creare un luogo sicuro in cui può sviluppare maggiore fiducia verso le figure genitoriali.

In questa modalità di gioco è il bambino a scegliere e guidare l’attività, a decidere quanto questa duri, se e quando vuole la partecipazione di altre persone. L’adulto, infatti, si limiterà ad aiutare e sostenere il bambino nel suo gioco. Attraverso il gioco i bambini allargano il proprio contesto sociale, apprendono la comunicazione, sviluppano creatività e fantasia, acquistano fiducia in sé stessi e negli altri. In particolare, nel Gioco Libero Autogestito, il bambino diventa leader e il gioco è libero da ogni tipo di condizionamento esterno.

Spesso i bambini con chiusura autistica rifiutano il contatto con il mondo esterno e può essere difficile per loro entrare in relazione con gli altri. Ma con la giusta delicatezza ed entrando piano piano noi nel loro mondo, questa distanza può diminuire sempre di più. I controlli delle bambina venivano effettuati online ogni quindici giorni circa.

INCONTRO A DISTANZA DI TRE MESI DALLA PRESA IN CARICO

Durante l’incontro online a distanza di tre mesi la madre racconta con gioia che la bambina si mostra meno aggressiva. Trascorrono insieme più tempo a giocare insieme.  Emma con il padre preferisce fare lunghe passeggiate, andare al parco, in piscina, e fare giri in macchina. La notte dorme più serena. Tuttavia, ancora mostra segni di disagio soprattutto nei contesti sociali. Ad una festa di compleanno, infatti, ha mostrato chiari segni di chiusura e sofferenza, poiché l’ambiente era particolarmente affollato e caotico. La bambina presenta ancora molte paure, e a casa preferisce che non ci sia troppa luce, chiedendo alla madre di chiudere tutte le tapparelle, probabilmente come difesa dal mondo esterno.

INCONTRO A DISTANZA DI CINQUE MESI DALLA PRESA IN CARICO

Due mesi dopo l’ultimo incontro la madre di Emma riferisce che tra lei e la figlia il rapporto è migliorato tanto, grazie all’utilizzo del Gioco Libero Autogestito. Infatti, è la bambina a cercare la madre e a richiedere la sua presenza nell’attività ludica. Inoltre la donna segnala che il linguaggio della bambina, nel suo complesso è notevolmente migliorato: ora riesce a instaurare brevi e semplici conversazioni con lei, comprende quello che le viene detto, utilizza meno ripetizioni ed è più fluente. Anche il rapporto con il padre risulta migliorato.

Tuttavia Emma fatica ancora a relazionarsi con i coetanei, anche se, nel complesso, ha meno paure   dei pari, cerca, infatti, spontaneamente i luoghi in cui sono presenti altri bambini, anche se si limita a osservarli da lontano.

Non mostra più segni di estraneamento dalla realtà, per cui la madre si sente maggiormente connessa alle esigenze della figlia, sa ascoltarla maggiormente e asseconda le sue richieste, riuscendo a creare in tal modo un rapporto di fiducia reciproca.

INCONTRO A DISTANZA DI SETTE MESI DALLA PRESA IN CARICO

Dopo due mesi dall’ultimo incontro, Emma sembra molto più serena. La madre, infatti, esprime la sua contentezza perché la bambina riesce a giocare in modo più collaborativo con entrambi i genitori. Spesso la bambina pronuncia la parola “felicità”, soprattutto quando giocano tutti insieme. Ha iniziato a indicare gli oggetti con più frequenza, e risponde alle domande con prontezza. Inizia a utilizzare la prima persona quando parla e i suoi momenti di aggressività sono sempre meno frequenti.

Quando va al parco cerca i suoi coetanei, ma si limita ancora a osservarli. Inoltre, inizia ad imitare i comportamenti osservati.

INCONTRO A DISTANZA DI NOVE MESI DALLA PRESA IN CARICO

Due mesi dopo Emma mostra ancora dei miglioramenti. La madre afferma che la bambina mostra progressi ogni giorno. Ha iniziato a dire “sì”, parla molto ed esprime le sue richieste in modo esplicito. Ama stare all’aria aperta, spesso non vuole tornare a casa perché vuole stare al parco. Cerca sempre più spesso i bambini, e fa giochi di finzione.

Le ecolalie e le stereotipie stanno diminuendo notevolmente. Invece, le paure sono ancora presenti, ma adesso riesce a comunicarle verbalmente. Inoltre, riesce ad esprimere verbalmente quando si sente triste o le viene da piangere.

Gioca volentieri anche con il papà, prediligendo giochi come la palla, le bolle e le costruzioni.

A volte, mostra un’eccitazione eccessiva e la madre ha difficoltà a gestirla. I comportamenti aggressivi sono ormai quasi assenti. La bambina ha trovato il modo per tranquillizzarsi colorando dei disegni.

INCONTRO A DISTANZA DI UN ANNO DALLA PRESA IN CARICO

La madre riferisce che Emma ha migliorato significativamente il rapporto con il padre. Passano insieme molto tempo, giocano insieme e lei lo cerca spesso. Vanno insieme in giro per la città. La sera guardano le stelle insieme. Da quado ha eliminato la televisione la bambina mostra molta più tranquillità. Ci sono vari momenti in cui richiede la presenza di entrambi i genitori.

Si avvicina spontaneamente ai bambini, non ha più paura di loro. Ma spesso sono gli altri a evitarla. Si rapporta bene con gli adulti. Inoltre, mostra attenzione verso ciò che la circonda. Ha mostrato anche senso dell’umorismo.

 Parla molto, e fa discorsi molto più funzionali. La madre è contenta di ciò e sostiene di vederla uscita dalla chiusura autistica.

INCONTRO A DISTANZA DI UN ANNO E TRE MESI

Emma è stata inserita a scuola. Ciò ha creato un po’ di disagio nella bambina. Infatti, dice di aver paura degli altri bambini e non vorrebbe andare a scuola. Si sono ripresentati alcuni blocchi: urla quando qualcosa le dà fastidio, non accetta i “no”, mostra irritazione. Ha una nuova fissazione, cioè osservare la lavatrice mentre gira. Spesso, tornata a casa da scuola, la osserva per lunghi momenti. Questo è un segnale negativo, che indica una tendenza alla regressione allo stato di chiusura della bambina, probabilmente a causa dello stress dato dall’inserimento scolastico.

INCONTRO A DISTANZA DI UN ANNO E CINQUE MESI

Emma frequenta la scuola ogni giorno fino a mezzogiorno. La madre accompagna la bambina fino all’ingresso e la saluta. La bambina è molto più tranquilla e gestisce il distacco dalla madre serenamente. Riesce a rimanere in classe insieme agli altri bambini un’ora e questo rappresenta un importante progresso. Emma si trova bene con i compagni di classe. I compagni con il tempo hanno accettato Emma: tanto che hanno imitato il suo movimento con le mani (sfarfallio) e lo hanno trasformato in un gioco condiviso.

La madre sta insegnando a Emma a leggere, senza mai forzarla, seguendo i suoi ritmi.

La bambina ha instaurato un ottimo rapporto con l’insegnante di sostegno. Si sente sicura e segue alcune attività con piacere. Riesce a scrivere alcune parole, se le vengono dettate sillaba per sillaba, dimostrando capacità di attenzione e apprendimento se è guidata.

Le paure sono diminuite, riesce a esprimere verbalmente quando prova fastidio, ad esempio, per i rumori forti. Ma sta sviluppando nuove strategie per affrontarle. Mostra una migliore regolazione emotiva e ha istaurato un ottimo rapporto anche con la sorella, giocando con lei.

INCONTRO A DISTANZA DI UN ANNO E SETTE MESI

La madre racconta con entusiasmo che Emma e il papà vanno spesso a vedere e a giocare con i cavalli. La bambina è contenta di questa esperienza. Utilizza l’aggettivo “bello” con molta frequenza, e questo riflette uno stato dell’animo positivo.

La madre ha notato che la bambina ha paura dei rimproveri, ed è per tale motivo che i genitori fanno più attenzione a non sgridarla e utilizzano toni tranquilli in sua presenza. Attraverso il gioco e i modi gentili, i genitori ottengono risposte più immediate e una collaborazione maggiore da parte della bambina. Ad esempio, trasformando in gioco l’attività di lavarsi le mani, riesce a svolgerla in maniera piacevole.

A volte si mostra contrariata prima di andare a scuola, ma la madre la sveglia prima la mattina per passare un po’ di tempo insieme giocando e questo la tranquillizza.

INCONTRO A DISTANZA DI UN ANNO E NOVE MESI DALLA PRESA IN CARICO

Emma riesce a stare a scuola serena e collabora in diverse attività: colora, ritaglia, incolla, tratteggia e scrive sul suo quaderno. Si è mostrata negli ultimi giorni contenta di andarci. Sembra andare d’accordo con gli altri bambini. Con la mamma svolge varie attività, come leggere, contare, fare esercizi con i numeri. Con la sorella vi è una buona intesa, spesso dipingono insieme e svolgono il gioco libero. Poi mostra con piacere quello che crea alla mamma. Con il padre ha un bellissimo rapporto e quando lui torna dal lavoro la bambina vuole trascorrere del tempo con lui, spesso fuori casa.

ATTUALMENTE

Negli ultimi incontri la madre di Emma racconta degli episodi positivi ed esprime contentezza per i miglioramenti della figlia. Durante l’estate sono state a un campo estivo, dove Emma è stata bene e ha imparato ad andare a cavallo, superando le sue paure.

Adesso parla in maniera più fluida e pronuncia frasi adeguate al contesto. Si mostra molto più collaborativa. Gli scatti di rabbia sono sempre più rari e scaturiscono da motivazioni comprensibili. Gioca con i coetanei, soprattutto con i maschi perché preferisce i giochi di movimento

Quando non riesce a ottenere qualcosa urla e si morde. Ma la madre la rassicura e la bambina si tranquillizza.

La madre passa del tempo con lei insegnandole a scrivere o copiare sul quaderno delle frasi.

Va a scuola volentieri e racconta quello che fa alla mamma. Hanno creato una routine serena, adesso fa il bagno tranquillamente, si asciuga i capelli, lava i denti prima di andare a letto. Diventa sempre più autonoma, si veste da sola e si pettina i capelli.