Coppia

Latest Tips & Tricks About Baby Care

Credibly benchmark worldwide applications before a plug play processes dramatically.

Il fidanzamento

 

Fino a qualche decennio fa i motivi dell’incontro e della frequentazione di due giovani erano abbastanza chiari e definiti. Ci si conosceva e ci si frequentava in vista d’un fidanzamento ufficiale e per prepararsi a costruire con il matrimonio una nuova realtà familiare. Era questo un periodo, più o meno lungo, durante il quale l’ambiente sociale vicino ai giovani si impegnava a preparare la formazione d’una nuova famiglia. Questa preparazione avveniva a più livelli:

  • ·        a livello interpersonale,
  • ·        a livello familiare e amicale,
  • ·        a livello religioso,
  • ·        a livello sociale,
  • ·        a livello economico.

A livello interpersonale la coppia, come preludio e preparazione alla successiva fase del matrimonio, iniziava con il fidanzamento, la conoscenza, l’intesa e l’integrazione mediante il dialogo e lo scambio di piccole affettuosità.

A livello familiare, insieme o subito dopo gli accordi di natura economica iniziava, se le famiglie non si conoscevano, un dialogo e un’intesa finalizzata a creare attorno alla coppia, mediante l’integrazione e l’unione delle famiglie interessate, una base economica, relazionale e ambientale la più stabile e serena possibile.

A questo fondamentale ed importante appuntamento, partecipava e provvedeva anche la comunità civile e religiosa, ognuna con i propri strumenti e con i rispettivi ruoli. E così se la comunità religiosa aiutava i giovani a inserire nella loro unione gli elementi spirituali indispensabili a vivere in santità e pienezza di spirito quel sacramento, la comunità civileda parte sua, si occupava di garantire a questa nuova realtà tutte le provvidenze ed i servizi indispensabili al suo benessere. Per Prandini: “Ciò che veramente era importante una volta per la stabilizzazione dell’intimità era, infatti, la relazione con i rapporti esterni: occorreva un forte legame con le cerchie sociali più prossime, ad esempio con le famiglie allargate, ed uno stile di vita comune”.[1]

Nella fase dell’incontro e poi del fidanzamento l’influenza dei genitori delle due famiglie, dei parenti e degli amici, sia nella scelta sia nella conduzione di questa fase era la più varia. Nelle situazioni estremamente coartanti venivano imposte, da parte delle due famiglie, la scelta del fidanzato o della fidanzata migliore oltreché le modalità più opportune per condurre il periodo del fidanzamento e poi il matrimonio. “Ho trovato una moglie per te, è la figlia del commerciante di stoffe, che sposerai appena avrai compiuto diciotto anni. Conosco bene suo padre e la sua famiglia. Si sono sempre distinti per onestà e laboriosità. Anche della giovane tutti ne parlano bene. Domani chiederò per te la mano a suo padre e stenderemo il contratto prematrimoniale”.

In questi casi, molto diffusi in passato ma anche attualmente frequenti in molti paesi orientali, non si tenevano in alcun conto non solo i sentimenti dei due giovani: “Mi piace”, “Non mi piace”, “E' l’uomo che fa per me”, “E' la donna della mia vita” ecc., ma non si teneva in alcuna considerazione neanche se la persona in questione era o non disposta a sposarsi e quando e a quali condizioni. In queste situazioni estreme il nuovo legame, e quindi anche la nuova famiglia, diventava un problema tra due reti familiari nel quale i due giovani erano coinvolti solo in minima parte, quasi sempre solo per un assenso formale.

Nei casi più diffusi e correnti, invece, prevalevano delle usanze molto meno coartanti, e pertanto i due giovani erano in tutto o in parte coinvolti sia nella scelta della persona da sposare, sia nella conduzione della relazione prematrimoniale. In ogni caso però permaneva l’apporto costante e decisivo dei genitori e della rete parentale.

Questo apporto veniva sancito nella comunicazione stessa   con la quale le due famiglie partecipavano o invitavano parenti ed amici alla funzione prematrimoniale, a quella nuziale e al ricevimento. Insomma dietro e accanto ai giovani vi erano sempre come supporto e guida le loro famiglie e l’ambiente sociale di provenienza.

Attualmente invece, nel mondo occidentale, la gestione dell’incontro, il più spesso dei tanti incontri amorosi, del fidanzamento, del matrimonio, come della fine dell’uno o dell’altro, è totalmente governata dai due giovani. In pratica è minimo, se non inesistente, il coinvolgimento diretto delle famiglie e delle comunità, le quali preferiscono vedere le scelte dei giovani  come scelte individuali e private.

Attualmente non solo non viene imposta la persona da conoscere nella prospettiva del matrimonio, né viene indicato quando e se sposarla, ma non viene dato alcun consiglio, né giudizio sulla validità di questa scelta o sulla qualità e quindi sul possibile esito, positivo o negativo, del rapporto che si sta per intraprendere.

Anche l’impegno ad aiutare la formazione d’una nuova famiglia con il conferimento d’una dote matrimoniale è caduto in disuso. Lo stare insieme spesso non è accompagnato da impegni sociali e morali di nessun tipo. Rimangono soltanto, quando sono presenti, solo blandi impegni interpersonali. Pertanto la vita amorosa dei giovani, se da una parte è completamente sganciata e libera dalla religione, dalla morale, dalla famiglia e dalla comunità, dall’altra è isolata da qualsiasi controllo o sostegno sociale.

Questa soluzione, altrettanto estrema rispetto a quella estremamente coartante, ci sembra essere una risposta che produce più problemi di quanti ne possa risolvere in quanto “depriva i giovani di quei criteri di scelta di cui sembrano sempre più aver bisogno”.[2]

Mentre prima dell’avvento dei telefonini, a volte per anni, solo lo squillo del citofono faceva capire ai genitori che c’era un “lui” o una “lei” che aspettava il figlio o la figlia sotto casa, attualmente i genitori si accorgono che qualcuno, spesso non si sa bene chi sia, aspetta la figlia o il figlio da qualche parte della città, solo dai preparativi: lei/ lui fa la doccia, si mette un vestito particolare, si pettina con più accuratezza, saluta in modo precipitoso o esce di casa alla chetichella.

Anche quando in occasione di qualche ricorrenza entrambi i giovani restano in casa per pranzare con una delle famiglie d’origine, i rapporti sono mantenuti nella maniera più asettica e formale possibile.

Se da una parte i genitori evitano accuratamente domande che potrebbero essere giudicate inopportune o inquisitorie del tipo: ”Cosa fanno tuo padre e tua madre?” “Che progetti hai per il tuo futuro?” “Quali sono le tue intenzioni nei riguardi di mia figlia?” “Quando pensate di sposarvi?”, dall’altra il contributo al dialogo da parte del giovane si mantiene su temi altrettanto asettici e formali: “Buon giorno” “Buona sera”. “Ottima questa pasta al forno”. “Non è male questa focaccia, dove l’avete comprata? “Complimenti per la vostra casa, vedo che è ben arredata”.

In queste situazioni, se una ragazza porta a casa un giovane non lo presenta se non con il suo nome di battesimo: “Questo è Paolo”. A nessuno deve interessare chi è Paolo. A nessuno deve interessare quale rapporto c’è tra la ragazza e questo Paolo. A nessuno devono interessare, né alcuno deve permettersi di commentare le caratteristiche di Paolo: il suo carattere, le sue qualità, tantomeno i suoi difetti. L’astensione dai commenti riguarda anche il futuro dei rapporti che i due giovani intendono instaurare tra loro: conoscenza, fidanzamento, amicizia particolare, preludio alla convivenza, rapporto tra amanti, matrimonio e così via.

Per tali motivi il rapporto sentimentale ha assunto una varietà e, conseguentemente, una qualità di condizioni notevolmente variegate. Si passa dalla “mezza situazione” nella quale sono presenti i primi approcci, gli sguardi, gli ammiccamenti e a volte si dà il proprio numero di telefono, alla “situazione” nella quale ci si frequenta e vi è una conoscenza più approfondita. Allo “stare insieme” o alla “storia” nel quale la conoscenza diventa più intima e realistica.

Attualmente i motivi della “situazione”, dello “stare insieme” o della “storia” (difficilmente si usa il termine conoscenza o fidanzamento ), non solo sono molto più numerosi e disparati ma soprattutto sono poco chiari ad entrambi e alle loro famiglie.

Si può “stare insieme” per sentirsi amati, nella prospettiva del matrimonio e quindi per prepararsi a formare una famiglia, ma si può “stare insieme” solo per vivere le emozioni ed il piacere dell’innamoramento; per godere dei piaceri del sesso libero; per avere qualcuno con cui parlare; per trascorrere qualche ora in discoteca nei fine settimana. Si può “stare insieme” per non andare in vacanza da soli o con le amiche. Si può “stare insieme” per avere, quando si va in pizzeria, una persona dell’altro sesso accanto a sé e non fare cattiva figura.

Anche tra i due interessati, come in un gioco a rimpiattino, le motivazioni non solo non sono esplicitate ma, con mille stratagemmi, sono accuratamente nascoste o postergate, per evitare che l’altro, scoprendole, si allontani, scappi o interrompa il rapporto.

Se qualcuno dei familiari osa chiedere le intenzioni dei due giovani, viene zittito con una frase del tipo: “Quando ci saremo laureati, quando entrambi avremo trovato un lavoro, quando avremo una casa, quando potremo mantenere una famiglia ne discuteremo, adesso è troppo presto”.

Questo dire e non dire, questo non scoprire i propri desideri e le proprie aspettative, oltre che le proprie motivazioni dello “stare insieme”, può durare per molti anni. Da parte dei due giovani è come accettare di salire entrambi su una nave e vivere per mesi ed anni in viaggio, non avendo programmato nessuna destinazione o peggio avendo programmato ognuno una destinazione diversa da quella dell’altro.

Da parte delle due famiglie la situazione non è né più chiara, né più lineare. Per i genitori e i familiari è come veder salire la loro figlia o il loro figlio o nipote su una nave insieme ad uno/una sconosciuto/a, senza sapere in quale porto questa arriverà e dove, ognuno di loro, desidera andare. Rimane però la segreta speranza che quel natante, per un evento provvidenziale, imbocchi la rotta giusta e prevista da ognuna delle due famiglie.

Ma non è affatto detto che entrambe le famiglie desiderino la stessa cosa!

Ci siamo trovati, nel nostro lavoro professionale, davanti a dei genitori di giovani che da vari anni “stavano insieme”, che desideravano e si attivavano per degli obiettivi esattamente opposti.

 

In un caso di questi, la famiglia di Laura avrebbe voluto che i due giovani, dopo otto anni d’un non ben definito legame sentimentale, si decidessero a sposarsi. Mentre l’altra famiglia, quella di Francesco, desiderava e sperava che a quel matrimonio non si arrivasse mai e quindi si impegnava ogni giorno per raggiungere questo scopo. Entrambe le famiglie poi, facevano finta di non conoscersi, e anche quando per caso si incontravano, mai si scambiavano i rispettivi desideri o aspettative. Questa, come tante storie d’amore simili finì nel nulla, o meglio fini nel dolore e nella tristezza per Laura e la sua famiglia, mentre i genitori di lui gongolavano per aver ottenuto, con la rottura del rapporto, quanto desiderato!

 

I motivi per i quali, nelle società occidentali, prevale sempre più questo tipo di conduzione o meglio di non conduzione, sono diversi:

1.      Il primo motivo riguarda il concetto di libertà.

Questo tipo di scelte conferma ed esalta portandolo alle estreme conseguenze, il concetto di libertà ed individualismo: “Ognuno deve essere libero di fare quello che più gli aggrada, specialmente nelle situazioni di cuore. Sono solo i due giovani che debbono amarsi e scegliersi. Che senso ha interferire nei loro sentimenti e nelle loro decisioni?”

Conseguentemente a questo modo di pensare, sono lasciati ai due giovani il tempo della scelta, lo scopo o gli scopi dell’incontro, la persona o le persone con cui intraprendere un cammino di coppia o più semplicemente una banale relazione sentimentale o sessuale, la conduzione dei vari rapporti e la loro eventuale fine. Successivamente è lasciata sempre ai giovani la responsabilità di decidere se riallacciare o non i rapporti interrotti, se formare o non una famiglia, se convivere o non e così via.

La parola d’ordine è: Massima libertà, nessuna interferenza. Bisogna lasciare che ognuno ascolti e segua il proprio cuore, la propria volontà o semplicemente il proprio istinto.

2.      Il secondo motivo riguarda la responsabilità.

“Perché dobbiamo essere noi genitori a prenderci alcune o molte responsabilità che potranno esserci in seguito rinfacciate? “Non mi avete fatto sposare la ragazza che amavo”. “Mi avete consigliato di stare con una ragazza che non è affatto una brava ragazza. È incapace, infedele, non sa cucinare ecc.”. Queste sono solo alcune delle tante accuse che potrebbero essere rivolte ai genitori, ai parenti o agli amici che hanno consigliato o sconsigliato un rapporto amoroso; pertanto è meglio che siano i giovani a fare le loro scelte, prendendosi loro e soltanto loro tutti gli oneri che li riguardano.

3.      Il terzo motivo riguarda il possibile condizionamento.

Per non influenzare positivamente o negativamente i giovani nelle loro scelte si giudica più opportuno che i genitori, i parenti tutti e gli amici si astengano da giudizi, consigli e suggerimenti, in quanto ogni tipo di rapporto che potrebbe nascere da questo incontro riguarda i due giovani e soltanto loro. Pertanto, sono i due giovani che devono fare in piena libertà le loro scelte. Parenti ed amici devono soltanto accettarle e viverle senza fare alcun commento o critica.

Anche in questo campo, come in tanti altri compiti educativi e formativi, si preferisce non fare nulla per evitare la fatica, l’impegno, la difficoltà e la responsabilità d’intervenire pur con il rischio di commettere qualche errore di valutazione.

4.      Il quarto motivo riguarda la difficoltà a conciliare impegni scolastici, lavoro e legami sentimentali.

Vi è la consapevolezza che è difficile gestire insieme impegni scolastici, preparazione ad una futura professione, eventuale lavoro e legami sentimentali.

Ciò è dovuto al fatto che la realtà biologica e quella sociale attualmente divergono in modo impressionante. La realtà biologica vorrebbe vivere in rapida successione dopo i diciotto – venti anni le fasi dell’innamoramento, dell’amore, del matrimonio e poi della procreazione. La realtà sociale del mondo occidentale lavora e si impegna per impedire tutto ciò, in quanto tutti questi eventi sono giudicati prematuri.

E’ prematuro sposarsi o pensare soltanto al matrimonio se entrambi non hanno completato gli studi.

E’ prematuro mettere su famiglia se entrambi non hanno trovato un lavoro, possibilmente stabile e con entrate sufficienti per vivere almeno come i due vivevano con i rispettivi genitori, se non meglio.

Non è possibile pensare ad un matrimonio senza avere una casa, senza avere una sede lavorativa stabile per entrambi e senza avere i mobili per arredare questa casa. I genitori, gli amici, i parenti, gli insegnanti, i mass media, come gli uomini di chiesa si fanno portatori ed interpreti di questa realtà sociale e poiché è difficile guidare e limitare le effusioni amorose dei due giovani fidanzati per molti anni, preferiscono chiudere entrambi gli occhi e lavarsene le mani, lasciando a loro ogni responsabilità, proteggendosi con l’ombrello della libertà e della responsabilità individuale e personale.

5.      La paura di ferire.

Altre volte è la paura di mettersi contro il figlio o la futura nuora. Se io intervengo potrei dire o fare qualcosa che potrebbe toccare la sensibilità dei due giovani, i quali potrebbero guardarmi male per molti anni avvenire e quindi è meglio astenersi.

6.      La paura di andare controcorrente.

In molti casi è la paura di andare controcorrente. Se oggi tutti fanno così, anche se non sono d’accordo, non posso comportarmi diversamente.

 

Dopo decenni nei quali l’amore, i sogni, le nuvole rosa dei sentimenti sono stati profusi a piene mani nelle poesie, nei romanzi, nei film, nei fotoromanzi e nelletelenovelas, dei due estremi che abbiamo descritto quasi tutti oggi sono d’accordo nel condannare senza appello un fidanzamento, e poi un matrimonio, totalmente gestito dalla famiglia, in quanto privo di quegli elementi affettivi e di scelta indispensabili in un progetto di vita nel quale i due giovani sono gli attori protagonisti. Pochi però vedono, ma soprattutto affrontano con coraggio e determinazione, i problemi che possono sorgere, ed in realtà sorgono, nell’altra condizione: quella, per intenderci estremamente liberale.

Cosa comporta, infatti, questo astenersi da un giudizio, da una guida, da un indirizzo? Cosa comporta non dare ai giovani norme e regole di comportamento in questa delicatissima fase della loro vita?

Quali problemi possono nascere?

I problemi che nascono o che possono nascere sono numerosi.

L’esperienza di questi decenni, di piena e completa libertà nelle relazioni sentimentali e sessuali, ci ha insegnato che una relazione amorosa, lasciata in piena libertà in mano ai due giovani, non sempre, anzi raramente, si incanala nella giusta direzione. E anche se questo avviene, così come facilmente si stabilisce un’unione, allo stesso modo, facilmente, la stessa unione si rompe.

Uno dei motivi è legato alla diversità nel modo di vivere la relazione tra i due sessi. Se per la donna l’obiettivo della maternità e del matrimonio, anche se sottaciuto o negato, rimane sempre presente nel suo animo e nei suoi desideri, nel maschio il progetto matrimoniale e il desiderio di paternità nascono solo se vi è una richiesta specifica e se, contemporaneamente, è coinvolto in modo diretto.

In parole povere per il maschio la decisione di sposarsi nasce anche dall’assolvere all’impegno preso con qualcuno che per lui rappresenta l’autorità: il padre della ragazza ad esempio o ancora meglio la sua famiglia rappresentata dal padre. Se l’impegno è soltanto verso la madre della ragazza o ancora peggio se vi è solo una blanda promessa nei confronti della ragazza, questo vincolo verrà giudicato molto meno pressante e responsabilizzante.

Se poi, come spesso avviene, non viene chiesto nessun impegno specifico, è un grave errore pensare che nel suo animo questa promessa sia sottintesa. E’ molto più facile che l’impegno non ci sia affatto ed anzi, saranno giudicati negativamente quella ragazza, quella famiglia e quel padre, che non hanno avuto la forza, il coraggio e la capacità di richiederlo.

Da parte del giovane maschio vi è quindi il rischio che il gioco piacevole, vissuto mediante il fuoco dell’innamoramento, rimanga soltanto un gioco che non si trasformerà mai in un vincolo verso la ragazza, verso la sua famiglia e verso la società. C’è il rischio che l’innamoramento sfumi come nebbia ai primi raggi del sole mattutino, senza essersi trasformato in solido e duraturo amore. Amore fatto non solo di piacere e divertimento ma anche di sacrificio e dovere, entrambi necessari per crescere e maturare come uomini e donne e non più come immaturi adolescenti. Ma anche per la donna, l’essere coinvolta fin da piccola nella prospettiva di soli obblighi di tipo scolastico e poi lavorativi, mentre a una parte ha fatto scadere il piacere e la gioia d’un futuro matrimonio e di futuri impegni a favore della famiglia e quindi del mondo affettivo, dall’altra ha accentuato uno stato d’animo ambivalente nel quale il desiderio si unisce alla paura e alla perplessità, la speranza viene schiacciata dal pessimismo, il fuoco dell’entusiasmo si spegne nell’acqua della ragione.

Questo sfuggire o minimizzare le responsabilità non solo non è un comportamento coraggioso ma non è neanche un atteggiamento saggio in quanto, volenti o nolenti, le due famiglie inevitabilmente resteranno coinvolte, nel bene e nel male, dai problemi della coppia non in una ma in mille occasioni. I familiari non potranno sfuggire al coinvolgimento sia nella fase della conoscenza, che durante il fidanzamento, il matrimonio, la convivenza, la o le crisi della coppia, la o le separazioni, il divorzio ecc.. L’influenza delle famiglie è, pertanto, inevitabile. Tanto vale esplicitarla in modo sereno e costruttivo.

Quando le famiglie interessate assumono dei comportamenti pilateschi si dà, inoltre, ai giovani un messaggio errato e deleterio: “tutto ciò che riguarda i problemi amorosi, sentimentali, sessuali concerne la coppia e non le famiglie d’origine e la società”.

Abbiamo detto che è un messaggio errato in quanto non è così, mai è stato così, mai può, neanche in linea teorica, essere così. Tranne che l’incontro amoroso avvenga su un’isola deserta, l’amore, la passione, l’innamoramento, la sessualità, il matrimonio e la famiglia, comportano dei doveri, dei compiti e degli impegni che non sono solo di competenza dei due giovani ma che, volenti o nolenti, coinvolgono profondamente e pesantemente persone e contesti sociali molto più ampi e numerosi di quanto si possa immaginare.

Se la scelta è il matrimonio i coniugi, che lo vogliano o non, dovranno sottostare a tutta una serie di leggi, decreti e norme civili e religiose che riguardano proprio gli sposi e la famiglia.

Se la scelta è quella di non sposarsi ma si mette al mondo un bambino, non solo si è cambiata la propria vita (obbligo del mantenimento, dell’educazione e della cura del figlio per decine d’anni), ma si è cambiata profondamente anche la vita dei rispettivi familiari che, presto o tardi, saranno coinvolti sul piano delle cure, dell’assistenza e spesso anche del mantenimento.

Un bambino che nasce modifica, in piccola o gran parte, anche la società. Questo nuovo essere umano che si affaccia alla vita potrà essere un santo e un benefattore o un malvagio assassino. Potrà essere apportatore di pace e benessere oppure potrà essere artefice di distruzione e morte per l’umanità. Potrà risolvere il problema della fame del mondo o potrà costringere alla fame intere popolazioni.

Inoltre, nel momento in cui questo bambino si sta formando nel ventre materno, anche la società con tutti i suoi servizi sociali e assistenziali è inevitabilmente coinvolta. Chi dovrà pagare per le visite, esami e cure di questa madre e del suo bambino prima e dopo la nascita se non la società civile? Chi dovrà provvedere alla sua istruzione, all’assistenza sanitaria, se non la comunità?

Tutta la società può ritrovarsi in situazioni ancora più impegnative. Se questa unione attraverso il matrimonio, la convivenza o i rapporti prematrimoniali porta alla nascita d’un bambino con problemi psicologici od organici, a causa di tare ereditarie o di insufficiente capacità di cure e attenzioni, chi dovrà portare il peso di questo handicap oltre i genitori ed i familiari?

Quella che abbiamo esposto non è un’ipotesi teorica ma è quanto accade ogni giorno sotto i nostri occhi. Sono sempre più numerosi i bambini nati da genitori con problematiche più o meno gravi. Questi problemi psicologici non sempre, sotto l’influenza della passione o dell’innamoramento, sono tenuti nella giusta considerazione, per cui i giovani innamorati più che gestire gli avvenimenti sono da questi trascinati. Si incontra una ragazza, la si invita ad uscire, le si propongono dei rapporti sessuali; lei accetta, rimane incinta, si sente il dovere di sposarla. Ma dopo il matrimonio nascono sia i problemi di coppia, sia i problemi educativi e di cura.

Ci si accorge troppo tardi, ad esempio, che la ragazza non è in grado psicologicamente di educare, allevare e curare un bambino piccolo. Come ci si può accorgere troppo tardi che il giovane non è idoneo ad assolvere ai normali doveri e bisogni verso la moglie e la nuova famiglia, in quanto  non è in grado di avere un rapporto affettivo sereno, equilibrato, stabile e ricco.

Anche la scomparsa dei contratti prematrimoniali, nei quali entrambi i genitori dei futuri sposi si impegnavano a dare una dote ai loro figli, ha delle conseguenze notevoli. “Perché io devo lavorare e risparmiare tutta la vita per dare ai miei figli una dote che permetta loro di avere una base economica sulla quale costruire una famiglia, quando l’altra parte ha pensato bene di sperperare tutti i propri guadagni divertendosi?”  “E perché farlo, soprattutto quando io sono il padre d’un maschio, con il rischio che la casa o i mobili che gli darò in dote, frutto di sudati risparmi, saranno goduti, in caso di separazione, dalla moglie?”

Vi è allora il rischio reale che vi siano delle conseguenze notevoli sul modo stesso di vedere il matrimonio. Questo non sarà più aspettato come una condizione che può migliorare la realtà dei propri figli, ma sarà temuto come causa della loro rovina psicologica e finanziaria.

D’altra parte, se le famiglie d’origine non provvedono almeno in parte alle future generazioni, aiutandole anche economicamente, vi è il rischio che i giovani non abbiano neanche la possibilità di iniziare a costruire quella nuova cellula della società, quel mattone indispensabile al futuro dell’umanità, che è rappresentato da una nuova famiglia.

Se, invece, le famiglie si coinvolgono e s’impegnano insieme ai giovani in questo cammino prematrimoniale e poi matrimoniale e familiare, questi giovani continueranno ad avere delle guide che, per età ed esperienza, potrebbero e dovrebbero essere apportatrici di maturità e saggezza. In caso contrario i due giovani saranno soli, in balia degli eventi; soli ad affrontare le tempeste della vita; soli nel risolvere le quotidiane avversità.

L’esperienza di questi ultimi anni ci ha, pertanto, insegnato che l’impegno congiunto delle famiglie, affinché i giovani intraprendano prima e poi si mantengano su un cammino di serietà, responsabilità e dovere è necessario, anzi indispensabile. La formazione d’una nuova basilare cellula della società non può essere affidata ad un gioco, seppur piacevole ma futile e passeggero, ma ad un confronto e ad un rapporto serio, attento e scrupoloso.

Una saggia conduzione dei rapporti amorosi dovrebbe, pertanto, prevedere una chiara comunicazione da parte dei giovani sia all’interno della coppia, sia nei confronti delle rispettive famiglie, degli amici e della società in genere: “Noi due, io e Chiara, non siamo amici, non siamo conoscenti, non siamo amanti; il nostro rapporto è qualcosa di più e di diverso; abbiamo degli importanti e solidi progetti comuni. Vogliamo condividere tutto: le nostre vite, le nostre aspirazioni, i nostri affetti come il nostro corpo. Vogliamo vivere insieme nella stessa casa. Vogliamo avere dei figli nostri da educare fino a far loro conquistare una buona maturità e responsabilità. Vogliamo, quindi, insieme costruire una famiglia, sana, stabile, affidabile, determinata nel raggiungere gli obbiettivi prefissati. Per raggiungere questi obiettivi abbiamo bisogno di percorrere, con il vostro aiuto e sostegno, mano nella mano, un cammino formativo e di conoscenza reciproca che ci porterà, tranne ostacoli imprevisti, quanto prima al matrimonio”.

A questo patto prematrimoniale dovrebbero concorrere, con i loro suggerimenti e consigli, le persone più care alla coppia. Ognuna di queste persone, nel momento in cui ne viene a conoscenza, non solo ha il diritto ma ha anche il dovere di dare ai giovani quei segnali di accoglienza e accettazione o al contrario, di disappunto e critica, che ritiene in coscienza utili per il bene del singolo, della coppia e della futura famiglia.

Pertanto è giusto, oltre che doveroso, che i genitori, i parenti e gli amici più cari possano dire: “mi congratulo per voi, sono felice che abbiate intrapreso questo cammino”, “Mi piace questo ragazzo/questa ragazza, vedo in lui/ lei una persona seria, serena, impegnata, bella, intelligente, responsabile, attenta. E’ evidente l’amore che ha per te. E’ innegabile che state bene insieme. Penso che potrà essere una buona moglie e madre, oppure, penso che sarà capace di essere un ottimo marito e padre”. Ma è anche giusto e doveroso che queste stesse persone manifestino chiaramente, anche se con la necessaria delicatezza, prudenza e accortezza, la loro disapprovazione o i loro giudizi negativi: ”Non mi sembra la persona giusta per te; l’avverto affettivamente immatura; ho l’impressione che abbia dei problemi nevrotici che potrebbero condizionare negativamente la vostra vita di coppia e familiare; è troppo diversa da te, non vi vedo bene insieme.


[1]  PRANDINI, R., (1998), “La cultura dell’amore giovanile”, in La famiglia,187, gennaio – febbraio, p.19.

 

[2]  PRANDINI, R., (1998), “La cultura dell’amore giovanile”, in La famiglia,187, gennaio – febbraio, p.15.

 

Tratto da "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore?" di E. Tribulato

Per scaricare gratis l'intero libro clicca qui.

Per avere in forma cartacea "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore" clicca qui.

 

 

Amori monchi - Amori non equilibrati - Non amori

 

Ogni amore nel quale manchi una o più caratteristiche fondamentali è un amore monco, è un amore limitato o, addirittura, è un non amore, è un falso amore. 

Sono non amori quelli nei quali vi è la sola presenza della passione o dell’impegno o dell’intimità. 

Sono amori monchi quelli nei quali sono presenti solo due delle tre componenti dell’amore.

Sono amori non equilibrati quegli amori nei quali le tre componenti non sono vissute con la stessa intensità.

 

 

A volte i limiti sono presenti fin dall’inizio del rapporto, altre volte nascono successivamente. Per fortuna può avvenire il contrario: alcuni amori monchi, limitati o non equilibrati, con il tempo e con la buona volontà dei due partner si completano, si arricchiscono, si equilibrano.

Purtroppo la nostra società tende sempre di più a produrre “amori non equilibrati” “amori monchi” o “non amori”.

I motivi sono diversi.

  1. 1.      Intanto il mondo economico per un calcolo, non solo molto meschino ma soprattutto molto miope, teme i legami profondi, duraturi e stabili, che potrebbero limitare i bisogni di persone libere dai condizionamenti familiari e di coppia. Per tale motivo il mondo economico e delle imprese alletta, con notevoli privilegi di potere, denaro, fama e carriera uomini e donne che rinunciano ai legami familiari ma anche ai legami di coppia duraturi, ricchi e coinvolgenti.

  2. 2.      A questo si aggiunge la notevole influenza dovuta all’espandersi, in tutti gli strati della società, del falso concetto di libertà. Pertanto ogni persona è incoraggiata a scegliere, come si fa tra i banchi del supermercato, il tipo d’amore che preferisce, senza che venga data alcuna indicazione sulla qualità di questi sentimenti. Non importa allora se questo amore arricchisce o impoverisce le singole persone o le coppie. Non importa se questo amore fa crescere le persone o le lascia immature ed infantili. Non importa se procura un danno fisico, morale o psicologico. Come non ha alcuna importanza se questo tipo d’amore è utile alla società oppure no; se è un amore capace di offrire alla società famiglie sane o famiglie ammalate, persone equilibrate e serene o disturbate. Tutto va bene e “tutto fa brodo”. Non v’è dubbio che questa è una posizione molto miope in quanto i danni consequenziali a questo tipo d’atteggiamento dovranno necessariamente essere gestiti dalla stessa società che in un primo momento si era disinteressata del problema. E’ la comunità nel suo insieme che, volente o nolente, sarà costretta a gestire i danni causati da scelte errate. Danni alle coppie, ai singoli, alle istituzioni, danni alle amministrazioni e ai servizi, ma anche danni nei riguardi della stessa gestione politica.

  3. 3.      Si è inoltre diffuso, in tutti gli strati sociali, il cosiddetto relativismo etico e culturale. Per il relativismo etico, ogni persona od ogni gruppo sociale decide da sé ciò che è bene e ciò che è male, ciò che è utile e ciò che è inutile o dannoso. Con l’affermarsi del relativismo etico non vi è una verità o “la verità”, ma tante verità quante sono le persone. Con il relativismo culturale, nella nostra società, al concetto di verità fondato su scienza e conoscenza, si è da tempo sostituito il concetto di opinione. E pertanto tutte le norme, i valori e le regole sono sullo stesso piano di plausibilità. Mancando chiari e sicuri punti di riferimento tutte le scelte possono essere buone e utili, se la persona decide che per lei sono buone e utili in quel momento.

  4.  4.        L’ultimo motivo è consequenziale agli altri. Se le famiglie producono persone disturbate, immature, scarsamente motivate, apatiche, incapaci d’un impegno serio e responsabile, se le famiglie non sono in grado di comunicare alcuni valori fondamentali per l’umanità, la scelta del tipo d’amore da vivere sarà consequenziale alle proprie scarse capacità ma anche ai disvalori introiettati.

 

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Uomini e donne al bivio- Quali strade per l'amore?"

Per scaricare questo libro sul tuo computer clicca qui. 

 

Per ricevere in forma cartacea questo libro clicca qui.

Amore vissuto - amore coniugale

 

 

L’amore più serio, più stabile nel tempo, più utile alla società, ma anche il più difficile da costruire e mantenere è l’amore nel quale siano presenti in modo equilibrato tutte e tre le componenti: l’intimità, la passione e l’impegno. Questo tipo d’amore viene chiamato da Sternberg amore vissuto o completo.[1] 

Simile all’amore vissuto è l’amore coniugale di cui parla Mucchielli.[2]

Nelle strade dell’amore coniugale troviamo di tutto: vi sono marmocchi da allattare e da cullare, come vi sono cene romantiche a lume di candela rubate, quasi per miracolo, alle necessità familiari. Vi sono tasse da pagare, lavatrici da riempire e panni da stirare, ma anche viaggi esotici e tramonti in riva al mare da godere. Se non sono rari i momenti di tensione e stress, sono frequenti le allegre tavolate. Spesso l’odore delle rose rosse regalate per San Valentino si unisce all’odore del sugo che bolle nella pentola. Spesso un bacio dato di sfuggita al partner è conteso anche dai figli vocianti e impertinenti.

Questo tipo d’amore può nascere dopo il matrimonio o quando i due partner sono giunti ad una profonda conoscenza reciproca, il che può accadere anche prima del matrimonio se il corteggiamento è stato lungo.

Ridotta o ridimensionata la iniziale passione amorosa della fase dell’innamoramento, questa viene sostituita dalla stima, dalla simpatia e dalla realtà dell’amore coniugale.

Questo tipo d’amore risulta notevolmente diverso e molto più complesso dell’innamoramento. Nonostante ciò molto spesso tra i giovani, ma anche tra i meno giovani, si parla indifferentemente dell’uno e dell’altro come fossero sinonimi.

Nell’amore coniugale le tre componenti: intimità, passione ed impegno, sono ben equilibrate.

Se, come abbiamo detto, la componente impegno è notevole, affinché l’amore duri nel tempo, l’intimità fatta di dialogo verbale, di ascolto ma anche di gesti dovrà necessariamente essere molto profonda e ricca. Lo stesso dicasi per la componente passione. Il darsi piacere reciproco con entusiasmo, con gioia e con generosità gratifica, arricchisce e aiuta ad affrontare le mille difficoltà della vita quotidiana.

 

 Il legame con le realtà

L’amore coniugale è un sentimento strettamente legato alla realtà. Esso non nasce, quindi, come alienazione o deformazione del vissuto reale.

 La gradualità

Altra caratteristica di questo tipo d’amore è la gradualità. Questo sentimento non esplode improvviso come l’innamoramento o l’amore romantico ma aumenta gradualmente insieme all’intimità tra le due persone, mentre aumentano le cose che vengono condivise: i sogni, i ricordi, i pensieri, le conquiste ma anche le perdite. Ogni realtà ed ogni avvenimento vissuto in comune, mano nella mano, sostenendosi a vicenda, fa aumentare l’intimità e quindi anche l’amore.

 

 

 Il legame con la volontà

Un’altra differenza significativa sta nella sua origine e nella sua crescita. La nascita, la crescita o la diminuzione e fine dell’innamoramento non dipendono da noi. Non sono soggette alla nostra volontà, in quanto l’innamoramento è “gratuito”. Ci prende improvvisamente come improvvisamente può scomparire. L’amore coniugale, invece, è strettamente legato al nostro impegno, alla nostra volontà, capacità e disponibilità.

Pertanto noi vogliamo amare quella persona, e, quindi, disponiamo il nostro cuore a questo sentimento. Noi vogliamo che questo amore cresca e pertanto con le nostre parole, con i nostri gesti, con i nostri comportamenti, con le mille attenzione che mettiamo in atto, facciamo di tutto per raggiungere questo obiettivo.

Noi vogliamo che questo amore duri tutta la vita e allora ci adoperiamo affinché diventi sempre più forte e robusto, così da superare le insidie del tempo e degli avvenimenti che potrebbero intaccarlo e corroderlo. E se per qualunque motivo, il rapporto si dovesse ammalare noi lo curiamo, a volte direttamente e personalmente, altre volte se da soli non riusciamo nell’intento, abbiamo il coraggio e la determinazione sufficiente per farci aiutare dagli altri.

 

 

La progettualità

Caratteristica di questo tipo d’amore è, inoltre, la progettualità. Non c’è solo l’oggi ma ci si impegna e si programma per un domani anche molto lontano nel tempo: si vuole progettare una vita in comune sostenendosi a vicenda; si programma di comprare una casa utilizzando il lavoro, i risparmi ed i sacrifici comuni; si progetta di avere dei figli e poi dei nipoti da curare, accudire, educare e poi accompagnare per le strade del mondo; si vuole una condivisione delle speranze, dei sogni e delle realtà, tristi o liete che siano.

La solidarietà e l’aiuto reciproco

La solidarietà e l’aiuto reciproco sono delle basilari caratteristiche dell’amore coniugale. In questa tipologia d’amore vi è una sollecitudine attiva nei confronti degli altri membri della famiglia che cerchiamo di proteggere e verso i quali ci sentiamo responsabili.

 Se analizziamo l’amore coniugale vi ritroviamo un intenso bisogno di vicinanza e di dipendenza, tanto che si considera l’altra persona molto importante anzi essenziale per la propria vita ma anche per la propria felicità: “Se non avessi lei sarei infelice,: lei è tutto per me”.[3]

Quando si vive questo sentimento si considera la coppia e la famiglia al centro della propria vita, mentre passano in secondo piano, pur rimanendo presenti, le famiglie d’origine, gli amici, il lavoro ma anche l’”io” e il “tu”; sale in primo piano il “noi”. Noi corresponsabili di questa nuova ed originale realtà umana. Noiresponsabili principali dell’educazione dei figli. Noi[4] Noi per procreare e poi educare e far crescere con i nostri figli la speranza dell’umanità. corresponsabili nel difendere, proteggere e rafforzare, a volte con le unghie e con i denti, l’indipendenza, l’autonomia, la stabilità, il vigore, di questa unione.

Accanto alla coppia, l’amore coniugale inserisce l’apertura alla vita e quindi cerca nei figli un altro motivo di arricchimento, sia personale che di coppia. I figli, nell’amore coniugale, sono voluti, cercati, desiderati, in quanto con essi l’amore di coppia produce i suoi frutti migliori che offre alla vita e all’umanità e da essi trae nutrimento, scopo, vigore e sostegno.

 La durata

Un’altra caratteristica dell’amore coniugale è quella di essere un sentimento molto forte, duraturo e stabile nel tempo. Se l’innamoramento o la passione possono durare solo poche ore o pochi giorni, al massimo qualche anno, l’amore coniugale può durare tutta la vita.

 Le sue necessità

Anche se nel vivere questo dolce, incantevole sentimento, c’è molta gioia e tanto desiderio di piacere e di far piacere, esso si forma e matura attraverso gesti quotidiani, rinunce, sacrifici, a volte sofferenze.

Le coppie che scelgono di vivere l’amore coniugale, tendono sempre di più a valutare i loro atti individuali, i loro atteggiamenti e le loro intenzioni, in funzione della totalità coniugale e della risonanza degli effetti che questo amore avrà sui figli. Ciò in quanto le persone, nell’amore coniugale, si impegnano e responsabilmente lavorano per la salute della coppia e della famiglia.[5]

 I suoi doni

L’amore coniugale è un sentimento che arricchisce i due, ma anche la società, in modo profondo e stabile.

Emerge allora prepotentemente che l’amore coniugale è il centro ed il motore del mondo affettivo. Si comprende che solo vivendo con pienezza questo tipo d’amore, potrà nascere per le nuove generazioni la possibilità di vivere in senso pienamente umano sia le realtà individuali che quelle sociali e relazionali. Infatti, senza l’amore coniugale e quindi senza la famiglia che da esso nasce, non vi è possibilità di far sviluppare una vita umana matura, serena, equilibrata, libera dal disagio, dai disturbi psicologici, come dall’egocentrismo.[6]

Abbiamo detto che l’amore coniugale nasce, cresce e si sviluppa nella prospettiva della procreazione umana. Questo non significa che la procreazione sia indispensabile ma che nell’intraprendere questo cammino insieme si vuole condividere l’amore che si ha verso l’altro anche con dei figli. Si vuole generosamente aprire il proprio cuore perché anche altri possano abbeverarsi dell’amore che si sente e si vive.

 

 

Il lavoro di squadra

Come in una squadra, nell’amore coniugale l’uno cerca di aiutare l’altro, l’uno sostiene l’altro e si fa sostenere dall’altro: nelle sue difficoltà, nell’affrontare i problemi quotidiani, nel cercare delle soluzioni. Quando questo sentimento è ricco e forte si ha la netta sensazione di vincere in due e di perdere in due.

Il benessere dell’altro diventa il proprio benessere e quindi ognuno dei due è interessato alla gioia e alla serenità dell’altro come fossero la propria gioia e la propria serenità. Quando questo sentimento è ricco e forte l’altro è importante non perché mi può dare qualcosa ma perché è una parte importante di me. Non rispettare l’altro è non rispettare me stesso. Amare e prestare molte attenzioni all’altro è amare e prestare attenzioni a me. Essere paladini dell’altro, curare l’altro, proteggere l’altro, dedicare la propria vita all’altro, ricercare il suo benessere fisico, spirituale e psicologico sono fondamentali per avere io e la nostra famiglia cura, per avere io e la nostra famiglia benessere, per avere io e la nostra famiglia protezione.

La stima e il rispetto reciproco sono componenti fondamentali in questo tipo d’amore. Più è alta la stima e il rispetto, più dura il rapporto, più la coppia si cementa di quest’amore.

 

La sua nascita

L’amore coniugale può nascere in vario modo: si può aggiungere all’amicizia; può sostituire delle amicizie; può nascere da un’occasionale conoscenza; può sostituirsi al fuoco dell’innamoramento; può, come in India, in Cina ed in molti popoli orientali, iniziare nel momento stesso nel quale inizia il progetto matrimoniale che, se è da altri programmato e organizzato, è inseguito da noi gestito e vissuto.

Un amore che nasca dopo il matrimonio per la nostra cultura occidentale odierna appare poco credibile se non impossibile. Eppure milioni di coppie del presente come del passato sono là a dimostrare che questo tipo d’amore esiste ed è altrettanto valido.



[1]  STERNBERG, R. J., (2002), “La triangolazione dell’amore”, in Sternberg, R. J. – Barnes, L. M, a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p. 151.

[2]  MUCCHIELLI, R, (1993), Psicologia della vita coniugale, Città nuova editrice, Roma.

[3]  MUCCHIELLI, R., (1993), Psicologia della vita coniugale, Città Nuova Editrice, Roma, p 77.

[4]  MUCCHIELLI, R., (1993), Psicologia della vita coniugale, Città Nuova Editrice, Roma, p 77.

[5]  MUCCHIELLI, R., (1993), Psicologia della vita coniugale, Città Nuova Editrice, Roma, pp. 78-82.

Amore romantico

 

 

L’amore più ricercato nelle società occidentali è l’amore romantico. Le strade percorse da uomini e donne che credono e vivono questo tipo d’amore sono ricche di prati e fiori variopinti; panorami mozzafiato e spiagge solitarie; tramonti infocati e chiari di luna; stelle brillanti nella notte e rotonde sul mare su cui ballare o cenare al lume di candela, mentre violini o chitarre suonano dolci motivi conditi con struggenti parole.

E’ l’unione dell’intimità e della passione che fa nascere il cosiddetto amore romantico.

In questo tipo d’amore la componente decisione – impegno è particolare. Da una parte le promesse d’eterno amore sono numerose e frequenti: “Io voglio, io sono certo, io ti assicuro che questo amore è così grande ed intenso che durerà tutta la vita”. Dall’altra però vi può essere un tragico sottinteso: “Questo avverrà se tu mi amerai con la stessa intensità e passione di oggi. Questo avverrà se tu continuerai a rappresentare per me, come avviene oggi, uno splendido, meraviglioso dono del cielo”. La componente decisione impegno è, quindi, strettamente legata all’intensità dei reciproci sentimenti amorosi.

Branden definisce l’amore romantico come “un attaccamento spirituale – emotivo - sessuale appassionato che riflette un’elevata considerazione di entrambi per il valore dell’altro come persona”.[1] Questo sentimento lo ritroviamo frequentemente negli amori estivi e tra gli amanti.

 

Le caratteristiche

L'amore romantico è caratterizzato, intanto, da una scelta libera da ogni influenza esterna. Lui/lei non è stato presentato da amici e conoscenti, né tanto meno dai genitori o da altri parenti. Lui/ lei non ha avuto alcun beneplacito dalla Chiesa o dallo Stato o da qualunque altra istituzione. Un giorno, chissà perché, chissà come, sulla pista da ballo, ma anche alla fermata dell’autobus o tra i banchi del supermercato si sono incontrati gli sguardi e tra i due è scoccata la scintilla amorosa. Già dopo qualche ora questa scintilla può aver acceso nei cuori dei protagonisti un fuoco caldo e scoppiettante.

In altri casi, invece, l’amore romantico si apre dolcemente e lentamente nei due cuori, senza far rumore, come sbocciano i fiori in un prato di montagna in primavera.

In definitiva, quindi, in questa tipologia amorosa le due persone mettono in comune la propria vita, scegliendosi a vicenda volontariamente, sulla base di quanto avvertito dentro il loro cuore, senza tenere conto di considerazioni sociali, familiari o finanziarie.[2]

Si accetta l’altro senza riserve. Si rispetta la sua sovranità, come si protegge e cura la sua evoluzione verso la realizzazione di sé, avendo a cuore i suoi pensieri, i suoi sentimenti ed i suoi bisogni.[3]

Altra caratteristica dell’amore romantico sono i regali. Spesso sono regali non costosi: un fiore, un piccolo oggetto o un animale simpatico su cui lei/lui aveva posato lo sguardo con interesse. I regali sono l’equivalente delle parole per dire: “Ti amo”. “Ti ho pensato”. “ Mi sono ricordato del nostro anniversario, del primo bacio, della prima promessa d’amore”.

 

 

Gli innamorati romantici si scambiano non solo regali ma anche attenzioni. Pertanto, l’uno cerca di capire quali sono i desideri dell’altro o le sue richieste e si attiva per soddisfarli immediatamente, senza neanche discuterle.

Nell’amore romantico gli altri: figli, familiari, amici, colleghi di lavoro, sono come delle comparse, mai assumono il ruolo di attori principali. Gli innamorati romantici cercano di stare da soli e quindi fanno di tutto per escludere gli altri dal loro mondo. Quando sono insieme agli amici i loro occhi si cercano e si accendono quando lui/lei incrocia lo sguardo, quando lui/lei tocca o accarezza la mano dell’altro. Anche quando i due innamorati sono insieme agli altri è come se una bolla li racchiudesse ed isolasse, tanto che gli amici e i parenti li avvertono non come singole persone ma come un’unità inscindibile.

A differenza delle altre coppie litigiose lui non parla mai male di lei in pubblico e viceversa; né vengono mai sottolineati i rispettivi limiti e manchevolezze. Non amano i balli chiassosi da discoteca. Entrambi preferiscono volteggiare sulla pista dolcemente illuminata, accompagnati dalle note dei valzer di Strauss oppure amano scambiare tenere parole d’amore, mediante i balli guancia a guancia degli anni sessanta.

Il loro sogno e desiderio preferito è anche poter trascorrere una serata in casa senza telefono, senza televisore, senza figli, per una cena al lume di candela. Questo sogno e desiderio cercano di attuare quando è possibile, trascurando anche le attività sociali, in quanto il rapporto di coppia è vissuto con priorità assoluta.

L’amore romantico esige un buon livello di autostima. Ognuno dei due deve sentire di poter amare l’altro ma anche di essere degno e meritevole dell’amore dell’altro. Quando le opinioni divergono e si rischia lo scontro, ognuno dei due affronta questo sentimento con coraggio e sempre con apertura nei confronti del partner. Dice la Branden:[4] “Anche quando siamo in conflitto con lui, anche quando siamo frustrati, feriti, arrabbiati, si ha il coraggio di rimanere in contatto con i nostri sentimenti amorosi anziché chiudersi e ritirarsi. ” L’attaccamento, nell’amore romantico è insieme spirituale, sessuale ed emotivo, unito ad una grande ammirazione reciproca. Per ottenere ciò è indispensabile una profonda reciprocità di valori e di senso della vita, che dà ai due la sensazione di essere “compagni d’anima”. [5]

 

 

Nell’amore romantico sono più evidenti le connotazioni sentimentali piuttosto che quelle sessuali del partner. Si ama l’altro non perché è un bravo conoscitore di tutte le tecniche amorose ma perché conosce e soddisfa bene il nostro cuore. L’amore romantico affonda, quindi, le sue radici nell’apprezzamento e nell’ammirazione genuina per l’altro.

In sintesi nell’amore romantico si cerca:

  • ·        un compagno con il quale mettere in comune valori, sentimenti, interessi e mete;
  • ·        qualcuno con cui condividere le gioie e i fardelli dell’esistenza;
  • ·        una persona da amare e da ammirare;
  • ·        una persona dalla quale siamo eccitati, stimolati e verso la quale ci piace dirigere le nostre energie;
  • ·        una persona che ci ami, accudisca e stimi;
  • ·        una persona che, insieme ai bisogni sessuali ci faccia sognare e ci dia il necessario sostegno emozionale;
  • ·        qualcuno dell’altro sesso a cui stia a cuore il nostro benessere e che di fronte alle prove della vita ci assicurerà la sua presenza fidata;
  • ·        qualcuno con cui condividere emozioni e cure;
  • ·        qualcuno in cui scoprire e vivere le potenzialità che ci mancano come uomini e donne.[6]

La soddisfazione di questi bisogni dovrebbe comportare una maggiore consapevolezza e scoperta di noi stessi, un contatto più esteso e profondo con il nostro io e con il mondo; una migliore misura di noi stessi e della nostra capacità d’amare; una migliore utilizzazione del nostro potenziale di virilità e di femminilità; una migliore identità sessuale.[7]

Per una buona vitalità dell’amore romantico sono necessarie: numerose dichiarazioni d’amore; molte manifestazioni fisiche dell’amore, come le carezze e gli atti sessuali; sollecitudini e cure nei confronti dell’altro; notevole reciproca ammirazione e apprezzamento e tanto intenso dialogo. Dialogo indispensabile per far conoscere all’altro ciò che ci piace, ciò che ci rende felici, ciò che ammiriamo. Dialogo che ci permetta di condividere con il partner la vita intima, i pensieri, i ricordi, i sentimenti, i sogni, le aspirazioni, ma anche le ferite, le rabbie e le esperienze dolorose.

Per far vivere a lungo un amore romantico è necessario anche un intenso, reciproco sostegno emotivo.[8] 

In questo tipo d’amore i due partner sono attivi e presenti nella malattia, nelle difficoltà, nelle avversità, nelle crisi, come nei momenti di gioia e di gratificazione. I due partner sono i migliori amici l’uno dell’altro, si aiutano a vicenda, sono devoti agli interessi e al benessere reciproco.[9]

La durata

La durata dell’amore romantico è molto varia. Può durare qualche mese, qualche anno, può finire nel momento in cui con il matrimonio si è costretti a scendere dalle nuvole rosa per affrontare i numerosi problemi pratici e scomodi della vita di ogni giorno, ma non vi è dubbio che vi sono casi nei quali l’amore romantico dura per decenni, anzi per tutta la vita.

 I limiti

Anche nell’amore romantico vi sono dei limiti:

1.      Il primo limite riguarda la chiusura o la scarsa e modesta apertura nei confronti della rete sociale, familiare e amicale. Si è visto che il rapporto di coppia va più facilmente in crisi quando non si inserisce correttamente e bene in queste reti che lo dovrebbero sostenere e supportare. Poiché vi è sempre una certa fisiologica e naturale dipendenza nei confronti dei propri familiari o degli amici, il cercare di rompere o peggio cancellare questi legami, crea nell’individuo notevoli sensi di colpa e d’indegnità che non possono non influenzare il rapporto di coppia.

2.      Così come avviene nell’amore nascente, è facile cadere in errore sulle qualità e possibilità offerte dall’altro in quanto si tende ad idealizzare e ampliare enormemente le sue qualità e le sue possibilità. Anche perché in questo tipo d’amore l’altro tende a proporsi e manifestarsi così come noi vorremmo che fosse.

3.      Il terzo limite riguarda proprio l’alto livello di investimento in intimità e dipendenza affettiva dall’altro. Se è solo l’altro che soddisfa tutte o quasi tutte le nostre esigenze affettivo-relazionali la delusione, se queste richieste non sono soddisfatte in maniera completa, continua e piena, è notevolmente grave e pesante. Così come l’attaccamento appassionato tra i due, può dar luogo all’estasi più profonda, allo stesso modo, se sopraggiunge una pur piccola frustrazione o delusione, lo stesso attaccamento può dar luogo ad una grave indicibile sofferenza; tanto che, molti delusi di questo tipo d’amore, pronunciano la classica frase: “Mai sposarsi per amore, mai più amare qualcuno con tutta la propria anima”. Spesso sono proprio i delusi dell’amore romantico i migliori adepti dell’amore pragmatico. Pertanto per essere ben vitale e protetto, l’amore romantico richiede molto impegno, molte energie e notevole saggezza e coerenza.

4.      Il quarto limite riguarda l’apertura dell’amore nei confronti dei figli. Se la coppia tende ad essere troppo fusionale, il rapporto affettivo nei confronti dei figli può essere tiepido e quindi insufficiente a soddisfare i loro bisogni. Quando poi, con la nascita dei figli, da parte di uno dei due, una buona dose di attenzioni, affetto e cure sarà, com’è naturale, spostata sulla prole, vi è il rischio che questo affetto e queste attenzioni siano giudicati dal partner come un tradimento della promessa di darsi tutto in maniera totale ed esclusiva.

Infine, poiché l’amore romantico si è notevolmente sviluppato nelle società più individualiste, com’è quella americana, è facile l’accusa che sia in realtà un amore meno maturo di altri e che prenda dall’ambiente sociale e familiare molto di più di quanto non sia disposto a dare.


[1]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.244.

[2]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.243.

[3]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.252.

[4]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.256.

[5]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.244.

[6]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.249.

[7]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.249.

[8]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore, Bompiani, Bologna, p.251.

[9]  BRANDEN, N., (2002), “Un punto di vista sull’amore romantico”, in Sternberg, R. J. – Barnes, M. L., a cura di, La psicologia dell’amore,

 

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Uomini e donne al bivio- Quali strade per l'amore?"

Per scaricare questo libro sul tuo computer clicca qui. 

 

Per ricevere in forma cartacea questo libro clicca qui.

 

 

Amore pragmatico

 

 

L’amore pragmatico di cui parla Lee[1] mi fa pensare a quei bravi viaggiatori che, mesi prima della partenza, prima ancora di compiere il primo passo, si preparano a lungo e accuratamente per l’impresa o per la strada che intendono percorrere. Si allenano sia fisicamente sia psicologicamente e progettano e organizzano il viaggio in tutti i particolari per evitare sgradite sorprese.

Per rendere il viaggio sicuro e gradevole vanno alla ricerca d’un compagno adatto a loro, che abbia determinati requisiti ritenuti indispensabili. Soprattutto cercano un compagno di viaggio che ami ciò che loro amano e che abbia avversione verso tutto ciò che loro odiano. Queste persone previdenti segnano sulla mappa i sentieri e le strade che dovranno percorrere, le escursioni che intendono effettuare, le soste necessarie mentre, nel contempo, riempiono lo zaino di tutto quello che può servire lungo il cammino: il sacco a pelo, la cartina geografica, la bussola, i viveri, la tenda, gli indumenti di ricambio, i medicinali ecc., in modo tale da diminuire e se possibile evitare, ogni inconveniente e ogni sgradevole sorpresa lungo il loro cammino. Questa tipologia di viaggiatori è presa in giro dagli amanti dell’avventura e delle situazioni impreviste, ma si consola facilmente osservando lungo la strada gli inconvenienti ai quali vanno incontro tutti quelli che amano l’improvvisazione ed il rischio.

 

Nell’amore pragmatico, sia lui che lei cercano una persona che per loro vada bene e soddisfi i loro bisogni. Oppure sono altre persone che, in modo gratuito o a pagamento li aiutano, a trovare qualcuno che possieda caratteristiche congeniali per età, professione, religione, status sociale, situazione economica, aspetto fisico ecc..

Spesso le richieste contengono anche dei canoni che si riferiscono a particolari abitudini di vita o a determinate caratteristiche psicologiche. Basta leggere qualche annuncio matrimoniale per rendersi conto di questo tipo d’amore. “Cercasi donna di media statura, non fumatrice, cattolica praticante, illibata, di età non superiore ai trent’anni, libera, di carattere mite e dolce, che ami il ballo, la vita familiare ed i viaggi”.

Degli amori pragmatici nel passato si occupavano essenzialmente i genitori dei giovani e i loro parenti e amici. Questi, conoscendo bene le caratteristiche e i bisogni dei singoli pretendenti cercavano, nell’ambito del proprio paese o nei paesi vicini, qualcuno che potesse fare al caso del figlio, del parente o dell’amico. A questi incontri si dedicavano, per conto delle rispettive famiglie, anche i sensali.

Attualmente chi preferisce cercare la propria anima gemella senza affidarsi al caso o all’incontro fortuito, dispone di numerosissimi strumenti. Intanto può scegliere tra le migliaia di inserzioni presenti in molti quotidiani e riviste. Se non soddisfatto può fare clic in uno dei tanti siti Internet messi a disposizione di chi cerca l’anima gemella. Può, inoltre, utilizzare a pagamento i servizi delle numerose e fiorenti agenzie matrimoniali presenti in ogni grande città. Queste agenzie, anche mediante l’aiuto del computer, promettono di effettuare un esame accurato delle caratteristiche e delle abitudini degli iscritti, in modo tale da trovare una o più persone dell’altro sesso che abbiano i requisiti richiesti o almeno compatibili.

In molte grandi città vengono in aiuto dei single in cerca dell’anima gemella bar, ristoranti e locali da ballo specifici. Per gli incontri veloci nei bar ci si può affidare agli speed dating o agli italiani spende lock. Per incontri meno frettolosi, più ragionati e in un clima romantico si può cenare a lume di candela nei ristoranti che organizzano gli speed dinner. Se poi si ha più tempo a disposizione nell’effettuare una scelta della persona d’amare e/o da sposare o con la quale convivere, si può partecipare a particolari gite, week-end o crociere per cuori solitari. Se tutto questo non bastasse ci si può affidare alla presentazione da parte d’una donna ala (wing woman) che a pagamento presenterà il giovane single ad una possibile compagna.

La cosa più strana è che attualmente, nel mondo occidentale, sono di solito rifiutate e ritenute offensive le presentazioni gratuite attuate dai rispettivi genitori e parenti, nel mentre sono accettate e richieste, spesso a pagamento, le presentazioni effettuate dai vari organizzatori di incontri sentimentali tra i quali si possono nascondere fior di imbroglioni e truffatori.

Questo tipo d’amore, da sempre presente nella storia dell’umanità, è il più ridicolizzato da chi sceglie l’amore romantico o l’amore passionale in quanto limita molto la spontaneità e la magica atmosfera presente nell’incontro occasionale. Manca inoltre il piacere della fase di corteggiamento ed è assente, almeno nella fase iniziale, la travolgente emozione dell’innamoramento.

I pregi ampiamente sperimentati sono però molti:

  • intanto vi è una chiara richiesta e una chiara disponibilità per quanto riguarda la finalità dell’incontro: convivenza, matrimonio, amicizia, compagnia ecc.:
  • sono subito chiarite e messe in luce tutte le caratteristiche familiari, professionali, sociali, religiose e politiche desiderate o rifiutate;
  • sono, inoltre, immediatamente evidenziate anche alcune abitudini o elementi del carattere ritenuti importanti per dar inizio ad una storia d’amore. “Io cerco un uomo romantico, forte, deciso che mi faccia sentire sicura”. Oppure “Io cerco una donna dolce, sensibile, affettuosa, serena che non mi crei ansie inutili”;
  • Inoltre, mancando le ingannevoli emozioni e proiezioni dovute alla fase dell’innamoramento, molti elementi del carattere dell’altro sono evidenziati con più facilità e quindi, la fase della conoscenza ha migliori possibilità di successo.

 

Questo tipo d’amore è preferito dalle persone che amano o vogliono restare con i piedi ben piantati per terra e che non vogliono sgradite sorprese, ma è scelto anche da uomini e donne che, provenendo da situazioni ed esperienze difficili o disastrose come divorzi, amori falliti o inganni amorosi, non vogliono più correre rischi inutili e dolorosi.

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Uomini e donne al bivio- Quali strade per l'amore?"

Per scaricare questo libro sul tuo computer clicca qui. 

 

Per ricevere in forma cartacea questo libro clicca qui.

 

Amore amicizia - amore fatuo

 

Quando sono presenti la componente intimità più la componente decisione/impegno, ma manca la componente passione, siamo in presenza dell’amore amicizia.

Hatfield descrive questo tipo d’amore come “l’affetto che proviamo per coloro che fanno profondamente parte della nostra vita”.[1] Siamo, quindi, in presenza di due persone che condividono un rapporto d’intimità, per cui l’uno sta a cuore all’altro.

Anche se la componente passione è minima o inesistente i due stanno bene insieme in quanto tra di loro vi è complicità, dialogo, intesa, comunione, ma anche fedeltà.

Questo tipo d’amore è molto più frequente di quanto non si creda. Molti amori romantici finiscono per trasformarsi in amore amicizia.

Mentre nell’amore passione, l’intimità è desiderata, nell’amore amicizia la si possiede,[2] e se l’amore passione privilegia la dimensione estasi - infelicità, l’amore amicizia fiorisce in un’atmosfera di contentezza, punteggiata di tanto in tanto dalle frustrazioni della realtà.[3]

 

 

L’amore amicizia può appagare entrambi i componenti della coppia e pertanto la coppia resisterà nel tempo, oppure questa situazione scontenterà uno dei due. In tale evenienza la persona non soddisfatta andrà in cerca d’un amore ricco anche di elementi passionali, mettendo in crisi, in questo caso, la stabilità dell’unione.

Come tutti i tipi d’amore anche l’amore amicizia è alimentato dalle esperienze positive, mentre è soffocato dalle esperienze negative.

Amore erotico

 

Quando prevale o è presente solo la componente passione siamo in presenza dell’amore erotico. In questo tipo d’amore protagonisti principali non sono le due persone: con il loro passato, la loro storia, la loro cultura, i loro gusti, i loro ricordi, come non sono protagonisti il cuore e i sentimenti. In questo tipo d’amore i veri protagonisti sono i corpi. E’ dai corpi di lui/ lei che parte la scintilla amorosa. E’ il seno prosperoso, sono i fianchi di lei o i muscoli e il torace possente di lui che spingono all’incontro e all’intesa. La prepotente attrazione fisica si conclude a volte gradualmente, spesso rapidamente, quasi con violenza in rapporti sessuali, convulsi e ripetitivi.

La strada percorsa da chi sceglie l’amore erotico mi fa pensare ai percorsi organizzati per gli amanti del buon cibo e dell’ottimo vino. Per questi viaggiatori non hanno alcuna importanza le bellezze naturali o quelle artistiche dei luoghi visitati. Non hanno alcuna valenza l’archeologia, la bellezza dei monumenti, gli eventi storici o le abitudini dei popoli che incontrano sulla loro strada. Gli unici luoghi che cercano e dei quali rimangono entusiasti sono i ristoranti e le trattorie. Al ritorno dai loro viaggi parleranno agli amici e parenti disposti ad ascoltarli, soltanto di quanto squisita era la carne alla brace divorata in “quella trattoria fuori mano” incontrata lungo il viaggio o di come “si mandava giù con piacere quel vinello scoperto tra le valli ombrose!”

La diversità rispetto agli altri tipi d’amore è evidente. Intanto spesso il dialogo è fatto solo di frasi smorzate e di apprezzamenti che servono solo ad aumentare l’eccitazione e a rendere più piacevole l’incontro. Inoltre, se l’amante romantico cerca per le sue effusioni, un panorama mozzafiato, un tramonto dorato, una rosea alba o un’argentea luna che si specchia sul mare, l’amante erotico è assolutamente indifferente a ciò che gli sta intorno tranne il corpo dell’amato/a. Anche una stanzetta semibuia, squallida d’un alberghetto di quarta categoria va benissimo. Come vanno benissimo il ciglio d’una strada, un ascensore, un bagno pubblico, la cabina del lido o un qualunque luogo dove vi sia un minimo di privacy. Anzi, per alcuni di loro, più strano, diverso e a rischio è il luogo più viene apprezzato e cercato.

 

Se in questo tipo d’amore l’intimità fisica è al massimo livello, lo stesso non avviene con le altre forme d’intimità. Può capitare a questo tipo di amanti di trascorrere tutta la notte insieme facendo sesso, senza aver ancora conosciuto il nome del partner, né se questo sia libero o sposato o quali siano le sue intenzioni per il futuro della relazione. Anche questa è una caratteristica dell’amore erotico: la componente impegno è ridotta al lumicino, spesso riguarda solo la data, il luogo e l’ora del prossimo appuntamento.

Questi incontri possono cessare improvvisamente e rapidamente, così come sono cominciati, con un semplice “ciao”, se l’attrazione reciproca, per un motivo qualsiasi, cala oltre un certo livello ritenuto, da questi amanti, non accettabile. Tra l’altro, se entrambi cercano questo tipo di relazione, la fine non porta, non dico trauma, ma neanche dispiacere alla coppia, la quale è disponibile ad aprirsi subito ad altri incontri dello stesso genere.

La fine degli amori erotici è rapida e frequente in quanto il piacere fisico, come tutti i piaceri, si satura e degrada facilmente e rapidamente. E’ raro, quindi, che la passione rimanga per lungo tempo sempre allo stesso alto livello nel quale si trovava nella fase iniziale.

 

Può però capitare, se vi sono alcune premesse caratteriali, che l’iniziale, travolgente passione erotica si trasformi in un amore più tranquillo e costruttivo, una specie di amalgama di eros e di storge.[1] E quindi può capitare che questo tipo di relazione si trasformi in un altro tipo d’amore, anche in un classico amore coniugale.

I pregi di questa strada amorosa, che può essere intrapresa dalla coppia, riguardano soprattutto l’intenso e sconvolgente piacere reciprocamente offerto e goduto. In questo piacere, nel quale sono protagonisti i corpi, sono proprio i corpi quelli che sono più appagati e gratificati, mentre sono estremamente carenti il livello affettivo-relazionale e quello sociale.

Inutile dire che questa forma d’amore ha un futuro e dei confini notevolmente ridotti. Non dà respiro alla parte più profonda dell’anima, non dà né speranze né certezze per il futuro; non dà alcun contributo alle rete affettiva; non si apre alla vita, se non in modo incidentale e quindi con gravi rischi per il prodotto del concepimento.

Un eventuale bambino concepito per errore da questi amanti, rischia d’essere abbandonato o affidato ad altre mani e ad altri cuori, ma può rischiare anche di essere ucciso mediante l’aborto volontario. Vi è per fortuna la possibilità che un’imprevista gravidanza risvegli e susciti l’istinto materno o paterno, che può modificare in senso positivo la sorte del nuovo essere umano che si affaccia alla vita. Purtroppo però, anche in questo caso, se entrambi non sono maturi e disponibili per questo inatteso evento, l’accoglienza del nuovo nato può essere avvertita, da parte di uno dei due o da parte d’entrambi, come un’indebita intrusione. E’ facile, allora, che il bambino che nascerà soffra del peso di una più o meno inconscia aggressività e del rifiuto da parte di uno o di entrambi i genitori.

 

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato "Uomini e donne al bivio- Quali strade per l'amore?"

Per scaricare questo libro sul tuo computer clicca qui. 

 

Per ricevere in forma cartacea questo libro clicca qui.

 

 

Amore vuoto

 

Quando è presente o prevale la sola componente decisione/impegno siamo in presenza dell’amore vuoto.

Ritroviamo questa situazione in numerose occasioni: nei rapporti stagnanti o sclerotici; alla fine d’una relazione sentimentale ma anche nella fase iniziale di un matrimonio combinato, quando si decide d’amare un’altra persona senza che vi sia ancora alcuna passione ed intimità.

Questo non esclude che con il tempo possa essere ricostruito o costruito un rapporto più equilibrato, completo e soddisfacente, cosicché l’amore vuoto si riempia d’intensi sentimenti come la passione, il calore, l’intimità e il dialogo.

In molti popoli come quello cinese, indiano e nelle nazioni di religione musulmana, anche attualmente, così come per migliaia d’anni avveniva nel mondo occidentale, non ci si sposa in quanto si ama una persona ma ci si sposa impegnandosi ad amare una persona per tutta la vita. Pertanto, almeno nella fase iniziale, si è sicuramente in presenza d’un amore vuoto.

Questa differenza non è insignificante. Se oggi nella civiltà occidentale il matrimonio può rappresentare il punto di arrivo d’un grande o piccolo amore, oppure rappresenta semplicemente lo sbocco naturale d’una grande o momentanea passione, per quei popoli ed in passato anche da noi, il matrimonio rappresenta il punto di partenza per costruire insieme un amore il più possibile grande e profondo, il più possibile bello e soddisfacente per entrambi e per tutta la famiglia.

L’amore vuoto può essere asimmetrico, nel senso che può essere presente solo in una delle due componenti della coppia. In questo caso l’altro può avvertire dei sensi di colpa per non riuscire a contraccambiare pienamente un amore diverso e più ricco.

 

Tratto da "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore?" di E. Tribulato

Per scaricare gratis l'intero libro clicca qui.

Per avere in forma cartacea "Uomini e donne al bivio - Quali strade per l'amore" clicca qui.

 

Centro Studi Logos

Diamo ai bambini un grande impulso all'apprendimento, per tutta la vita!

Entra a far parte del nostro Centro per dare sostegno ai bambini e le loro famiglie.
© 2024 Centro Studi Logos. Tutti i diritti riservati. Realizzato da IWS

Seguici

Image