Ritardo mentale - disturbi psicoaffettivi e Voglia di crescere

Dott.ssa Cettina Andreolo ( Laurea in scienze della formazione).  


“ Relazione su un caso di ritardo mentale lieve e disturbi psicoaffettivi seguito mediante il programma Voglia di crescere.”

Il bambino di cui voglio parlarvi ha 11 anni e 5 mesi. È seguito da me da un anno e tre mesi. In base alla diagnosi effettuata nella prima visita egli presentava un “Ritardo di tipo lieve e disturbi psicologici che si manifestavano con irrequietezza, facile irritabilità, gelosia nei confronti della sorellina di quattro mesi ed elementi depressivi dell’umore.”

Il padre dal carattere chiuso, facilmente irritabile e reattivo appariva molto impegnato nel suo lavoro e ciò faceva sì che il bambino risentisse della scarsa presenza della figura paterna.

La madre, donna molto ansiosa, aveva sofferto di crisi di panico. Le problematiche psicologiche presenti nei genitori, i numerosi interventi chirurgici subiti dal bambino e la conflittualità familiare in cui viveva, avevano costituito indubbiamente degli eventi traumatici per lo sviluppo della sua personalità.

Nell’ambito scolastico erano presenti difficoltà nell’esecuzione delle attività curriculari con competenze riferibili a un bambino di seconda elementare.

 Visitato presso l’istituto di Neuropsichiatria di Messina è stata fatta diagnosi di: “Disturbi dell’adattamento in soggetto con marginalità cognitiva”.

Dai test effettuati al Centro Studi Logos era emerso:

Matrici Progressive di Raven: Punti 16 – Età mentale al 50° Centile 84 mesi. Rapporto di crescita iniziale (R.C.I.) 0.68.

N.E.M.I. Nuovo test di intelligenza: punti 30 – Età mentale 86 mesi. Rapporto di Crescita Iniziale (R.C.I.) 0.70.

Goodenough: Punti 15 – Età mentale 72 mesi. Rapporto di Crescita Iniziale (R.C.I.) 0.59.

Nella prima verifica effettuata otto mesi dopo, si sono avuti questi risultati:

Matrici Progressive di Raven: punti 18. Età mentale al 50° Centile 96. Rapporto di Crescita Attuale (R.C.A.): 1.50

N.E.M.I. Nuovo test di intelligenza: Punti 37. Età mentale: 100 mesi. Rapporto di Crescita Attuale (R.C.A.): 1.75.

Goodenough: punti 23. Età mentale: mesi 96. Rapporto di Crescita Attuale: 3.

Nella seconda verifica effettuata sei mesi dopo la prima i risultati sono stati:

Matrici Progressive di Raven: punti 26. Età mentale al 50° Centile 126. Rapporto di Crescita Attuale (R.C.A.) 5.

N.E.M.I. Nuovo test di intelligenza: Punti 41. Età mentale: 108 mesi. Rapporto di Crescita Attuale (R.C.A.): 1.33.

Per raggiungere questi risultati è stato necessario seguire le linee programmate dal Centro Studi Logos. Fondamentale è stato impegnarsi per raggiungere una buona armonia familiare, il miglioramento dell’autostima, la serenità interiore, il dialogo, e l’ascolto empatico del bambino nel dialogo con i genitori e gli insegnanti. Molto importante è stato anche sviluppare le capacità logiche del bambino per avere un miglioramento generale nello sviluppo psico-fisico.

Per questo abbiamo iniziato a svolgere il programma base per lo sviluppo logico e cognitivo “Voglia di crescere”, partendo dal livello settimo e devo dire con grande entusiasmo che attualmente stiamo svolgendo il decimo livello che, come sapete è adatto a bambini di dieci anni e più di età mentale o cronologica.

Ricordo che il primo giorno, il bambino messo accanto a me dialogava con qualche difficoltà, mentre egli stesso, dopo che gli era stato creato un clima sereno, amichevole ha dimostrato  maggiore sicurezza ed interesse. Così è nato quel rapporto di fiducia e rispetto che io ritengo alla base di qualunque esperienza educativa. Il passo iniziale che ho compiuto con il bambino è stato fargli capire che “fare insieme le schede voleva dire giocare insieme.” E un gioco come tale fa scattare immancabilmente l’entusiasmo, l’interesse e la gioia di fare.

Dai primi incontri ho notato che il bambino era aveva bisogno di attenzione, affetto, fiducia. Manifestava sofferenza nei suoi vissuti interiori che pian piano ha voluto spontaneamente con me condividere. Il bambino non accettava e viveva come ingiusti alcuni metodi “punitivi” che sia i genitori che l’insegnante del doposcuola utilizzavano nei suoi confronti. Il bambino voleva essere ascoltato in modo empatico. Ho cercato di capire le sue necessità, i suoi bisogni, le sue gioie, i suoi momenti di dolore, di tristezza, anche se espressi a volte senza parole ma attraverso dei comportamenti, dei gesti.

Il bambino voleva sentirsi accettato così com’era, amato, valorizzato ed era necessario sottolineare gli aspetti positivi del suo carattere.

Negli incontri che si sono succeduti il bambino ha iniziato a sorridere e ad amare la vita, mostrando voglia di fare ed “imparare”. Non appare più depresso, anzi è molto allegro, ironico ed estroverso. Non sapeva ancora leggere bene; adesso legge in maniera comprensibile e spedita e si denotano un arricchimento linguistico e degli elementi culturali in suo possesso.

Nello svolgere il programma la difficoltà maggiore è stata l’ostilità da parte del bambino di esprimere verbalmente il ragionamento contenuto nelle schede, difficoltà che abbiamo superato in una seconda fase. Attualmente stiamo svolgendo le schede di geometria. Il bambino inizialmente non amava la matematica; adesso dopo le schede sull’aritmetica, questa è diventata la sua passione. Ha molto più scioltezza linguistica e descrive i contenuti delle schede in modo approfondito. Il bambino frequenta la prima media ed è integrato totalmente nella classe, forse anche troppo. Di recente ho parlato con i professori e questi sostengono che lui parla sempre in classe, mentre prima si chiudeva in silenzio. Anche se tale comportamento scolastico non è ammirevole, denota che il bambino è più spigliato, socievole, pronto a relazionarsi senza problemi. Non ha un amore sviscerato per la scuola però va a scuola consapevole di valere e quindi ha una stima di sé decisamente migliore. Il bambino non è più irritabile e geloso della sorellina ma, orgoglioso, la erge quasi a trofeo e da fratello maggiore veglia su di lei. Ha provato le pene del primo amore, a cui adesso non pensa più.

Il consiglio che vi posso dare per quanto riguarda la somministrazione delle schede è che quando il bambino manifesta stanchezza, è opportuno che interrompiate l’attività per non appesantirlo ulteriormente, per poi riprenderla se è il caso dopo averlo fatto riposare un po’. 

Per quanto riguarda il rapporto con lui, fategli sentire la vostra presenza accogliente, rassicurante, disponibile a sostenerlo nelle attività della vita quotidiana.

È molto importante stare vicino ai genitori supportandoli nel loro percorso educativo mediante consigli, suggerimenti e l’ascolto delle loro problematiche.

Come si evince dai test effettuati, questo bambino sta crescendo non solo molto di più di quanto non facesse prima ma anche più di quanto facciano i bambini normali e questo ci gratifica enormemente e ci conforta nel nostro impegno.

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