Desiderio di serenità e pace

Desiderio di serenità e pace

 Un ambiente sereno è realizzato da genitori ma anche da familiari che possiedono un buon equilibrio psichico. Avere un buon equilibrio psichico significa avere un Io normalmente e armonicamente sviluppato e strutturato, il quale sa ben relazionarsi con se stesso e con gli altri e sa osservare la realtà con obiettività, riuscendo a mantenere delle buone capacità di giudizio e di critica anche nelle situazioni che richiedono un notevole impegno e controllo personale. Avere un buon equilibrio psichico significa vivere e possedere una realtà interiore che non sia preda dei conflitti, delle ansie, delle paure, delle dipendenze, dei disturbi caratteriali o peggio delle malattie psichiche di una certa rilevanza come le psicosi. Un ambiente sereno è fatto quindi da genitori scarsamente ansiosi e reciprocamente affettuosi, attenti e premurosi, i quali sono in grado di occuparsi del benessere fisico e psichico dei loro figli, senza dannosi eccessi.

 

 

 

 

“C’era una volta un bambino di nome Gigi il quale non voleva mai che si mettesse a piovere. Un giorno la madre gli spiegò che prima o poi questo effetto naturale doveva accadere. Se lui non ci avesse fatto caso, la pioggia sarebbe durata pochissimo. Infatti in quel preciso istante si mise a piovere e Gigi si mise a parlare con la mamma e non ci fece caso (alla pioggia). Dopo poco tempo sparì la pioggia e venne l’arcobaleno”.

 

I bambini, tutti i bambini, amano la pace, la serenità, la gioia e l’accoglienza (l’arcobaleno) mentre non amano la malinconia e la tristezza (non voleva mai che si mettesse a piovere). Le mamme come quelle di Gigi, così come i papà, dovrebbero riuscire a far capire ai figli, così che non si deprimano facilmente nei momenti difficili e possano godere pienamente dei momenti felici.

Un ambiente sereno è realizzato da genitori ma anche da familiari che possiedono un buon equilibrio psichico. Avere un buon equilibrio psichico significa avere un Io normalmente e armonicamente sviluppato e strutturato, il quale sa ben relazionarsi con se stesso e con gli altri e sa osservare la realtà con obiettività, riuscendo a mantenere delle buone capacità di giudizio e di critica anche nelle situazioni che richiedono un notevole impegno e controllo personale. Avere un buon equilibrio psichico significa vivere e possedere una realtà interiore che non sia preda dei conflitti, delle ansie, delle paure, delle dipendenze, dei disturbi caratteriali o peggio delle malattie psichiche di una certa rilevanza come le psicosi. Un ambiente sereno è fatto quindi da genitori scarsamente ansiosi e reciprocamente affettuosi, attenti e premurosi, i quali sono in grado di occuparsi del benessere fisico e psichico dei loro figli, senza dannosi eccessi.

 

Un racconto di Michele

 

Alla ricerca di un mondo gioioso e sereno

 

 

“C’era una volta un bambino che viveva solo in una casa in campagna. Un giorno decise di abbellirla mettendo dei vasi con dei fiori. Rasò il prato e vide degli uccelli volare nel cielo.

Un giorno gli abitanti della zona andarono a casa del bambino, cenarono lì e alla fine gli fecero i complimenti per la casa che aveva.

Abitava solo, perché tutti lo prendevano in giro. Andò a letto e sognò una famiglia: era pentito di vivere da solo. Sognò una famiglia molto ricca, fatta da papà, mamma, fratello e sorella. Sentì bussare ed era una famiglia che lo voleva accogliere. Erano buoni, comprarono un po’ tutto, erano sempre allegri”.

Michele, nella sua ricerca di un ambiente sereno, ricco di pace, esclude la sua famiglia di origine, forse pensandola incapace di dargli quanto serve ai suoi bisogni (viveva solo in una casa in campagna). Inizialmente la soluzione che trova è quella di vivere da solo in un ambiente bucolico ed in una casa da rendere bella e ricca di fiori. Una casa, quindi, capace di dargli serenità, pace, accoglienza e tenerezza. Si accorge ben presto però che un ambiente idilliaco ma privo del calore familiare è incompleto. E allora inserisce una nuova famiglia, una famiglia ideale, che l’accoglie nel suo seno dandogli tutto ciò che il suo cuore attendeva da tempo: non solo i giocattoli desiderati (comprarono un po’ di tutto), ma anche e soprattutto avevano un atteggiamento e un comportamento benevolo e gioioso (erano buoni; erano sempre allegri). Atteggiamenti molto diversi da quelli della sua vera famiglia nella quale lui soffriva molto a causa dell’ansia paterna e materna (da notare il sole sanguigno, sporco, quasi nero che evidenzia una figura paterna non solo incapace di dargli protezione ma altresì causa di paure e ansie). Il bambino inserisce come motivo della sua ricerca di solitudine l’essere preso in giro da tutti. In realtà i suoi genitori non avevano questo tipo di atteggiamento nei suoi confronti, ma erano i suoi problemi psicologici che lo rendevano facilmente vulnerabile nei confronti dei suoi compagni di scuola.

Secondo racconto di Michele

 

Una casa in campagna.

 

 

‹‹C’era una volta un bambino il quale un giorno ebbe un’idea: “Andiamo ad abitare in campagna”. Nella città la casa era brutta, non dormiva la notte. I genitori dissero: “Aspettiamo fino a domani”. La ditta dei traslochi mise tutto negli scatoloni e si trasferirono. Il bambino poteva scorrazzare come voleva e riposarsi nel fresco degli alberi. Era contento. Anche i suoi erano contenti. “Hai avuto un’idea geniale”, gli dissero. Comprarono lampade e vestiti nuovi adatti alla campagna. Il bambino cambiò scuola e visse felice in questa nuova casa. Il bambino non aveva fratelli ma aveva degli amici. I suoi genitori erano felici del trasloco e fecero delle nuove amicizie. Anche loro erano più rilassati››.

 

Michele, come tanti bambini che soffrono, ricerca attorno a lui e vicino a lui i motivi della sua sofferenza. In questo caso egli li identifica nella vita frenetica, e a volte disumana, della città (Nella città la casa era brutta, non dormiva la notte). Per cui la soluzione più logicache egli vede è quella di allontanarsi dall’ambiente cittadino per godere della serenità della campagna (Il bambino poteva scorrazzare come voleva e riposarsi nel fresco degli alberi). Questa immaginata soluzione risulta felice sia per lui che per i suoi genitori, i quali, nel nuovo ambiente bucolico, hanno la possibilità di riacquistare la serenità che prima non possedevano (Era contento. Anche i suoi erano contenti. ‹‹Hai avuto un’idea geniale›› gli dissero. Anche loro erano più rilassati).

 

 

Tratto dal libro di Emidio Tribulato:

 

 

 


"I bambini raccontano - Interpretazione

 

 

 

dei racconti infantili".

 

 

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